Eko Devices ha creato uno stetoscopio intelligente che permette, grazie a un’app, di registrare e risentire quello che il medico ha ascoltato. Ma questo è solo il punto di partenza per un obiettivo più ambizioso: diventare lo Shazam della medicina.
Quando nel 1816 Rene Laennac inventò lo stetoscopio non poteva certamente immaginare che, due secoli dopo, la tecnologia lo avrebbe preso e reso più smart. Eppure, nonostante siano lontane nel tempo, le due operazioni non sono così dissimili fra loro. Hanno in comune, ad esempio, la semplicità dell’atto e l’efficacia d’uso.
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Il fisico francese, come racconta un famoso aneddoto, arrotolò un foglio di carta per sentire meglio i battiti cardiaci di una paziente obesa e, così facendo, diede inizio ad una vera rivoluzione nel mondo della medicina; la startup Eko Devices, invece, ha legato lo strumento ad una app che permette sia di ascoltare in qualsiasi momento la registrazione e analizzare i dati rilevati, sia inviare il tutto ad altri cardiologi per ulteriori pareri. Tutto premendo un semplice tasto durante l’ascolto.
Uno Shazam della medicina
Lo stetoscopio 2.0, che costa 199 dollari, ha ottenuto il via libera dalla FDA (Food and Drug Administration), l’ente americano che vigila sulle “novità” che riguardano l’ambito alimentare e sanitario. Ma non è finita qui. I suoi creatori si spingono ancora più in là: l’obiettivo è quello di creare un algoritmo che possa leggere i dati e identificare, in pochi secondi, eventuali malattie.
Del resto, come racconta Jason Bellet, uno dei responsabili del progetto Eko Core, l’ispirazione è arrivata da Shazam, l’applicazione che è in grado di riconoscere le canzoni semplicemente avvicinando lo smartphone alla fonte da cui viene trasmessa la musica: «Sono stati il nostro punto di riferimento e li abbiamo contatti direttamente. Realizzeremo il nostro goal quando il medico, avvicinando al petto del paziente il nostro stetoscopio, sarà in grado di riconoscere in pochissimo tempo i disturbi di cui il soggetto in questione soffre».
Una svolta necessaria
Come ha ribadito John Chorba, cardiologo e professore alla University of California (San Francisco) al Washington Post: «Il dispositivo apre scenari e offre molte possibilità da un punto di vista prettamente didattico. La mole di dati raccolti ci permetterà, infatti, di approfondire la conoscenza di alcuni funzionamenti specifici del cuore».
Ma sono le ricerche portati avanti sia in Europa (European Society of Cardiology) che in America (American College of Cardiology) a decretare la necessità di questo nuovo strumento. Gli studi infatti hanno sottolineato quanto oggi sia poco efficace il metodo tradizionale: «Anche se molti cardiologi non smetteranno di fidarsi del proprio udito» ricorda Chorba «oggi è noto che, in metà dei casi, non si riesce a riconoscere l’anomalia di cui il paziente soffre».
Una startup da quasi 3 milioni di dollari
Nata nel 2013 per opera di Jason Bellet, Tylor Crouch e Conor Landgraf, la giovane azienda americana ha ricevuto tre round di finanziamenti. Del primo, ricevuto a pochi mesi dalla fondazione, non è stato reso pubblico l’importo. Le cifre del secondo e del terzo, risalenti rispettivamente al 2014 e al marzo 2015, rappresentano invece la crescita della startup: 800mila dollari e 2 milioni di dollari.
Tra gli investitori ci sono SGH CAPITAL e Better Ventures ma anche personalità come Micheal Baum. Chris Barton, CEO e founder di Shazam, è entrato, invece, tra gli advisor (insieme a Paul Abramson per la parte medica). Un altro segnale dell’importanza e del potenziale, ancora inespresso, di Eko Devices.