Le mappe hanno svolto una funzione di previsione del territorio. Centrate sul suo dominio oggi sono uno strumento di esplorazione emozionale.
La mappa “anticipa il territorio” suggeriva Jean Baudrillard, ed essa è da sempre la rappresentazione grafica, in scala, di un luogo fisico. Ora forse la mappa può esprimere qualcosa di più, con funzioni non previste prima, rivelate dalle potenzialità interattive delle tecnologie digitali del web associate alle funzioni di georeferenziazione.
Una mappa nel web oggi può rilevare non solo ciò che c’è già in un territorio ma ciò che esso diviene, non solo ciò che c’è da rappresentare ma ciò che emerge dalla partecipazione, dalle azioni e dalle esperienze che lì si svolgono.
È questo aspetto evolutivo delle tecnologie che risulta strategico. L’innovazione dopotutto è il valore d’uso sociale e culturale delle opportunità tecnologiche, declinate nelle migliori condizioni possibili per migliorare le nostre condizioni di vita, a partire dalla pre-visione. Dopotutto ci siamo erti in piedi, trasformandoci da quadrupedi a bipedi per vedere più lontano e prevedere le nostre sorti di caccia (o di fuga).
Così le mappe hanno svolto questa funzione di previsione del territorio, centrate sul suo dominio (l’etimo di “territorio” corrisponde alla pertinenza e al dominio della terra), come strumento privilegiato per la conquista coloniale.
Se questo è il passato, il futuro delle mappe è nell’associare la georeferenziazione alle pratiche svolte nel territorio. Nel 2005, in vista delle Olimpiadi di Torino 2006, si realizzò un geoblog quando googlemaps non era ancora apparsa sugli schermi. E oggi “geoblog” è un neologismo acquisito anche nell’Enciclopedia Treccani con il Lessico del XXI secolo.
Il geoblog attua l’interazione tra la mappa del territorio e quelle scritture che lo rivelano, lo narrano, lo descrivono. Sulle geografie dei luoghi, formalizzate nelle mappe on line, si possono così inserire notazioni che danno forma ad uno sguardo itinerante che interpreta sia il genius loci sia le iniziative che riguardano ambiti molto diversi, come l’urbanistica partecipativa, il turismo esperienziale e la cittadinanza educativa. Si possono “scrivere storie nelle geografie” costruendo vere e proprie mappe emozionali.
Un buon esempio recente di mappa esperienziale è proprio RomaVistadaiCiechi realizzato per Fondazione Roma Arte-Musei, in cui sono tracciate le esplorazioni urbane per rilevare sia problemi di accessibilità sia le memorie orali pertinenti alcuni luoghi della comunità dell’Istituto S.Alessio per i ciechi. In questo geoblog (basato su googlemaps pronto a passare su OpenStreetMap) sono mappate, con tanto di audioclip, le azioni svolte sul territorio in compagnia dei non vedenti che hanno così contrbuito a scrivere una diversa cartografia della città.