Dune: Parte 2 e molte altre pellicole non usciranno nelle date previste. Riepiloghiamo le ragioni dei sindacati di sceneggiatori e attori
Se in questi giorni siete andati al cinema per godervi Oppenheimer, l’ultimo film di Christopher Nolan, potreste aver visto nei trailer di lancio anche quello di Dune: Parte 2, altra pellicola molto attesa firmata dal regista Denis Villeneuve. La cui data di uscita, però, deve essere aggiornata per non illudere i fan. Previsto in uscita nelle sale il 3 novembre, è stato posticipato al 15 marzo 2023. La ragione è lo sciopero in corso da mesi a Hollywood dove sceneggiatori prima e attori poi hanno incrociato le braccia protestando contro una condizione lavorativa resa ancora più precaria dall’impiego dell’intelligenza artificiale per il grande schermo. La lista di film che hanno già subìto la medesima sorte di Dune: Part 2 è destinata ad allungarsi.
GQ a inizio agosto ha elencato le pellicole la cui uscita in sala è stata posticipata a seguito dello sciopero a Hollywood. I ritardi hanno peraltro riguardato film ancora in cantiere, come Deadpool 3. Challengers di Luca Guadagnino non uscirà il 15 settembre, ma nell’aprile 2024; White Bird di Marc Forster dovrebbe essere proiettato nel primo trimestre del prossimo anno; il seguito di Dirty Dancing col regista Jonathan Levine è stato spostato da febbraio 2024 all’estate 2025; Kraven the Hunter di J. C. Chandor non uscirà in ottobre, ma a fine agosto 2024.
Quelle appena elencate sono soltanto alcune delle pellicole più famose e attese al cinema vittime di questa situazione eccezionale. La lista non ha tenuto in considerazione i ritardi che lo sciopero in corso a Hollywood sta provocando anche per i giganti dello streaming. L’industria dell’intrattenimento globale, dopo lo choc provocato dalla pandemia, vivrà un altro periodo complesso. Ricordiamo che lo sciopero ha coinvolto decine di migliaia di sceneggiatori e attori, che chiedono maggiori garanzie alle major per quanto riguarda l’impiego dell’intelligenza artificiale sul set così come tutele maggiori per il diritto d’autore nell’epoca dello streaming. In corso da oltre cento giorni, lo sciopero avrà ripercussioni economiche nell’ordine dei miliardi di dollari e, secondo gli osservatori, potrebbe continuare ancora per i prossimi mesi. Per il momento l’economia della California, Stato USA dove ha sede Hollywood, avrebbe registrato una perdita di 3 miliardi di dollari.
Nelle scorse ore su X, ex Twitter, è scoppiata una polemica che non è direttamente collegata allo sciopero, ma che aiuta a inquadrare il momento per un’industria miliardaria come quella del cinema. Fallout, serie molto attesa di Amazon Prime, è stata annunciata con un artwork. Diversi utenti hanno però notato errori marchiani, a detta di molti dovuti a un’intelligenza artificiale generativa non così precisa: oggetti disallineati, donne con tre gambe, automobili con volante sui sedili posteriori. Un assist per quei professionisti del settore che ritengono ancora indispensabile una mano umana quando si parla di cinema.