La nazione nipponica è stata lenta a investire nell’intelligenza artificiale con soltanto 3mila aziende circa che hanno accesso a un supercomputer
Lo sviluppo dell’intelligenza artificiale in Giappone va a rilento. La causa? Secondo quanto dichiarato da Hideki Murai, consigliere speciale per l’IA del governo e deputato del Partito Liberal Democratico, la nazione nipponica ha bisogno di espandere la sua potenza di calcolo. «Questa è la priorità chiave per il governo. Proviamo un vero senso di crisi al riguardo», ha detto Murai in un’intervista rilasciata al media Reuters.
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Cosa manca al Giappone?
Il Giappone, la terza economia più grande del mondo, a discapito di quanto si potrebbe pensare, è stato lento a investire nel settore ed è in ritardo rispetto agli Stati Uniti nello sviluppo dell’AI. Sono soltanto circa 3.000 le aziende in Giappone, infatti, ad avere accesso a un supercomputer dell’Istituto nazionale di scienza e tecnologia industriale con un’elevata potenza di calcolo, meno di un decimo di quello a cui OpenAI aveva accesso quando ha creato ChatGPT.
Come colmare il gap
Per affrontare il deficit, il Giappone prevede di aumentare la potenza di calcolo con l’aiuto di società come Sakura Internet e SoftBank Corp per la costruzione di un nuovo supercomputer. Il governo giapponese potrà anche fornire dati per addestrare le IA, ma lascerà alle aziende il compito di creare nuovi modelli che il governo si augura possano traghettare il Giappone verso nuovi orizzonti in questo settore.