Finito lo sciopero degli sceneggiatori, prosegue quello degli attori, e si va verso una primavera molto povera. Novembre, però, ha ancora qualcosa da dire! Il punto di Diego Castelli, uno dei massimi esperti italiani di telefilm
Avevamo introdotto l’articolo precedente, quello relativo alle novità seriali di ottobre, parlando della probabile fine (poi confermata) dello sciopero degli sceneggiatori hollywoodiani, immaginando che la conclusione positiva di quella trattativa potesse aiutare il progresso di quella relativa al contemporaneo sciopero di attori e attrici. Così al momento non è stato: gli interpreti riuniti nel sindacato SAG-AFTRA continuano a scioperare e, malgrado ci siano stati alcuni significativi passi avanti nell’ultimo week end di ottobre, con la possibilità che un accordo venga raggiunto proprio mentre leggete queste righe, ormai le speranze di recuperare almeno un vago abbozzo di normale stagione televisiva stanno per svanire del tutto. Molti film previsti per il cinema sono già stati rimandati al 2025, e il mondo seriale affronta un’emergenza simile e sempre meno arginabile. Vale la pena fare una puntualizzazione, perché questa introduzione arriva prima di un elenco abbastanza ricco di serie e miniserie attese per novembre, che farebbe pensare a una contraddizione: se questo sciopero è così dannoso, perché continuiamo a vedere nuovi arrivi? La risposta è duplice e abbastanza banale. Da una parte, alcune delle serie che vediamo sulle piattaforme disponibili in Italia non è di produzione americana, ma magari inglese o australiana (senza contare, ovviamente, le serie italiane e tutte quelle non recitate in inglese): si tratta quindi di prodotti non influenzati da uno sciopero di maestranze statunitensi. Dall’altra parte, e benché ormai si sia in autunno inoltrato, stiamo ancora guardando prodotti che sono stati girati prima dell’inizio dello sciopero.
A differenza delle serie tv generaliste, che solitamente vengono girate a ridosso della messa in onda (e infatti le reti generaliste americane hanno i palinsesti vuoti di novità) i progetti delle piattaforme tendono a muoversi con un respiro più ampio. Per fare un esempio concreto, le riprese della prima serie che vedete segnalata qui sotto, All the Light We Cannot See, si sono tenute addirittura nella prima metà del 2022. Esiste quindi uno scarto temporale che permette di ricevere novità seriali sulle nostre piattaforme anche se contemporaneamente c’è in atto uno sciopero. Dal nostro punto di vista di spettatori, le conseguenze più evidenti della protesta devono ancora arrivare. Probabilmente, il mese prossimo avremo (finalmente) qualche dettaglio in più.
All the Light We Cannot See
La serie appena citata, di soli quattro episodi, è un adattamento del romanzo omonimo di Anthony Doerr, vincitore del premio Pulitzer. Diretta da Shawn Levy (regista del prossimo Deadpool) e scritta da Steven Knight, creatore di Peaky Blinders, All the Light We Cannot See racconta la storia parallela di una ragazza francese non vedente ai tempi della Seconda Guerra Mondiale e di un giovane soldato tedesco. Aspettiamoci un grande racconto sulla follia della guerra, con una ricca produzione e la presenza, come ciliegina, di un paio di facce ben note come quelle di Mark Ruffalo e Hugh Laurie, il buon vecchio dottor House.
Quando: 2 novembre. Dove: Netflix.
Unwanted – Ostaggi del mare
Per raccontare la complessa e controversa questione migratoria, questa produzione Sky Original sceglie un taglio narrativo originale: una nave da crociera che accoglie un gruppo di migranti, e che poi si trova dirottata quando gli stessi migranti si rendono conto che la grossa imbarcazione sta tornando verso la costa africana. Otto episodi liberamente ispirati a “Bilal”, libro inchiesta del giornalista Fabrizio Gatti, che ha per protagonista Marco Bocci, a capo di un cast internazionale e multilingue. L’obiettivo è ambizioso, usare il genere thriller per raccontare temi caldi e controversi. Ma se non ora, quando?
Quando: 3 novembre. Dove: Sky Atlantic e on demand.
Lawmen: Bass Reeves
Fra gli autori-star del mondo seriale contemporaneo, un posto di riguardo va riservato a Taylor Sheridan, creatore di Yellowstone, 1923 e Mayor of Kingstown, appassionato sostenitore di una poetica western che a qualcuno suona passata di moda, ma che ha ancora un fortissimo appeal su un’ampia fascia di pubblico. Le sue serie sono maschie, virili, violenti e appassionate, e all’ampio mosaico del cosiddetto Sheridan-verse sta per aggiungersi un pezzo intrigante. Lawmen: Bass Reeves è il primo capitolo di un’antologia che, in ogni stagione, racconterà differenti figure storiche americane. Il primo è per l’appunto Bass Reeves, caso più unico che raro di schiavo africano diventato poi il primo U.S. Marshal nero della storia degli Stati Uniti. A interpretarlo c’è David Oyelowo, e con lui anche Dennis Quaid e Donald Sutherland, per un western che gli appassionati del genere dovrebbero segnarsi in agenda.
Quando: 5 novembre. Dove: Paramount+
The Buccaneers
Potrebbe essere la risposta (appena più sofisticata) di Apple Tv+ al fenomeno Bridgerton di Netflix. Una serie in costume, ambientata negli anni Settanta dell’Ottocento, in cui un gruppo di ricche ragazze americane veleggia verso Londra per partecipare alla stagione mondana più importante del mondo. Amori, intrighi, pizzi e merletti in un’atmosfera giovane e colorata, che a giudicare dalle prime immagini punta a essere un’offerta giovane e per giovani, ma con un pizzico di mano autoriale in più.
Quando: 8 novembre. Dove: Apple Tv+
A Murder at the End of the World
In principio fu The OA, la straniante serie di Netflix che fece conoscere al mondo la scrittura decisamente particolare di Brit Marling e Zal Batmanglij. Ora la coppia di autori torna con un mistero criminale che ricorda Agata Christie (per il concetto di personaggi racchiusi in uno spazio ristretto, tutti sospettati di omicidio) e che vede Emma Corrin (la Diana di The Crown) invitata sull’isola di un miliardario interpretato da Clive Owen. Alla giovane Darby, esperta hacker, spetta il compito di scoprire le circostanze della morte di uno degli altri ospiti. Può sembrare un giallo-thriller come molti altri, ma basta un occhio al trailer per capire che, fra venature horror e citazioni di Shining, Brit Marling ha in mente tutt’altro.
Quando: 14 novembre. Dove: Disney+
The Crown sesta e ultima stagione
Tra novembre e dicembre (quattro episodi ora, poi altri sei il 14 dicembre) giunge a conclusione una delle serie migliori degli ultimi anni, nonché una delle più costose. Con la sua passione per la Storia, ma anche il suo talento per il dramma, The Crown ha rappresentato uno sguardo inedito, curioso, un po’ dolce e un po’ cinico, sulla dinastia reale più famosa dei nostri tempi.
La sesta e ultima stagione coprirà il periodo che va dal 1997 (anno della morte di Lady Diana) al 2005, con l’aggiunta di personaggi oggi di primo piano come William e Kate, ma senza dimenticare gli interpreti delle passate stagioni (pare che Claire Foy, che impersonava la Regina Elisabetta nelle prime due stagioni, sia pronta a una nuova comparsata via flashback). L’unico difetto vero di The Crown è che sta per finire, lasciandoci solo con la scialba realtà.
Quando: 16 novembre. Dove: netflix
Monarch: Legacy of Monsters
In principio ci fu il Godzilla di Gareth Edwards, che nel 2014 fondò il Monsterverse di Legendary Pictures, che poi avrebbe recuperato anche King Kong e altri famosi “mostri” della tradizione.
Ora, Monarch: Legacy of Monsters arriva come nuovo capitolo (stavolta seriale) di quel franchise, di nuovo con Godzilla grande protagonista e una storia che si dipana su un lungo periodo storico, dagli anni Cinquanta a oggi. Fra i protagonisti l’inossidabile Kurt Russell, di cui vedremo anche una versione giovane interpretata dal suo vero suo figlio, Wyatt.
A colpire, di questo progetto, è l’ambizione visiva che trapela dal trailer, capace di colpire gli spettatori con immagini di livello realmente cinematografico, anche se naturalmente ci resta il dubbio su quanto spesso vedremo effetti speciali di così grande impatto nel corso degli episodi.
Ma non si può proprio evitare di dargli una chance.
Quando: 17 novembre. Dove: Apple tv+
Fargo quinta stagione
Fra le (belle) serie tv degli anni Dieci, Fargo è stata per certi versi la più frustrante, con cinque stagioni in quasi dieci anni e una programmazione completamente imprevedibile, legata agli impegni del creatore Noah Hawley e al lavoro di casting e produzione, reso complicato dalla natura antologica della serie: storie diverse per ogni stagione, cast differenti e mai la stessa location. E però, ogni volta che Fargo torna, la frustrazione sparisce e resta la soddisfazione per un atto d’amore assoluto nei confronti del cinema dei fratelli Coen, magistralmente riadattato in un formato seriale che non fa perdere nulla di quello stile bizzarro, ironico, grottesco e insieme quasi fiabesco. La storia di questa stagione ruota intorno a uno sceriffo (Jon Hamm, già protagonista di Mad Men) che dà la caccia a una criminale che si spaccia per la tipica casalinga di provincia (la Juno Temple di Ted Lasso). Siamo certi che ci sarà da divertirsi.