È elevato il rischio di aumento delle diseguaglianze ed è necessario acquisire rapidamente, come comunità, la capacità di orientare l’evoluzione tecnologica, essenziale per il governo del futuro. Un estratto dal libro “Le sfide della società onlife” che Giuseppe Iacono, coordinatore del programma Repubblica Digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri dedica ai nostri lettori
La pervasività sempre più elevata delle tecnologie nella nostra vita quotidiana e nelle dinamiche sociali ed economiche è sotto gli occhi di tutti e difficilmente sottovalutabile. Siamo pienamente nella dimensione “onlife”. È questo sviluppo, sempre più rapido, che sta cambiando anche i comportamenti sociali, grazie alla disponibilità di funzionalità digitali sempre più ricche e puntali, che, di contro, può comportare il rischio di un “totalitarismo individuale”2 diretta conseguenza della percezione di un aumento di potere individua- le dato dalla possibilità di esprimersi ad ampie platee, sui social network, di possedere una quantità illimitata di informazioni e di poter valutare servizi fruiti e prodotti acquistati. La diffusione sempre più vasta di tecnologie di Intelligenza Artificiale nella vita quotidiana (dagli assistenti virtuali alle applicazioni conversazionali ai robot aspirapolvere), nella fruizione delle città e nei nostri spazi quotidiani e lavorativi, conduce a generare e rafforzare una percezione positiva delle tecnologie come sinonimo ed espressione di futuro. Un futuro più semplice da vivere, più comodo. Parallelamente, in vaste fasce della popolazione questo futuro si prospetta invece come un contesto nuovo a cui doversi adattare con fatica, per la complessità di accesso o per la rigidità che determina.
Un futuro a cui adattarsi e a cui relazionarsi soprattutto individualmente, a cavallo tra gli indubbi benefici, la sensazione di onnipotenza e l’opposta percezione di una progressiva perdita di controllo, sentendo le proprie scelte condizionate, il proprio operato e la propria vita in mano a una sorta di Grande Fratello orwelliano e avvertendo i rischi di una navigazione senza riferimenti realmente noti e senza adeguata capacità di difesa.
Questo è il contesto in cui la società si divarica tra chi supera la dicotomia tra potere e perdita di controllo, sulla base di una consapevolezza digitale, che consente di sviluppare un percorso di maturità anche nella nuova navigazione, e chi invece ne rima- ne intrappolato o, impotente rispetto ai troppo elevati requisiti di accesso, ne rimane escluso. Socialmente escluso, marginalizzato. Non solo: questo è il contesto in cui la capacità di governo del futuro dipende dalla consapevolezza digitale, dalla consapevolezza delle alternative di direzione dell’evoluzione tecnologica. E questo per l’intera società e per le singole organizzazioni e comunità. Da qui la necessità sempre più pressante di un’acquisizione diffusa di competenze di e-leadership nelle classi dirigenti, ai diversi livelli e contesti di espressione.
In questo quadro lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale, con le sue grandi opportunità e i rischi correlati, rappresenta un ulteriore salto di complessità per il suo impatto trasversale nell’approccio e nella relazione che ciascuno deve costruire con le tecnologie. Con il rischio di aumento della velocità di divaricazione sociale. La sfida, pertanto, consiste nel costruire le condizioni per uno scenario positivo e socialmente desiderabile, evitando l’al- ternativa di un adattamento alle necessità delle potenzialità di mercato delle tecnologie (in cui anche gli spazi sono adattati
alle esigenze delle tecnologie). Per farlo, occorre intervenire sul rischio di questa corsa all’aumento delle diseguaglianze e dell’esclusione sociale e quindi, da un lato, sollecitando la partecipazione collettiva dei cittadini e dall’altro ponendo le leve del governo dell’evoluzione delle tecnologie, in primo luogo di quelle di Intelligenza Artificiale, al servizio del “bene comune”. Il benessere sociale ed economico delle comunità nazionali si giocherà innanzitutto su questo campo, e dovrà integrarsi nativamente con un percorso di sostenibilità. Ebbene, è chiaro che il fulcro di questa sfida è nell’acquisizione di capacità, di consapevolezza sul digitale e sulle tecnologie. Nell’acquisizione di competenze. A tutti i livelli, da parte dei citta- dini, delle amministrazioni pubbliche, delle aziende, della politica. Per questa ragione i dati che fotografano un’Italia con forti carenze sull’area delle competenze, e in particolar modo digita- li, deve preoccuparci. Il basso tasso di laureati in generale e in particolare nelle discipline ICT, la percentuale maggioritaria di persone che non ha competenze digitali almeno di base e non è in grado di riconoscere le false notizie, i bassi tassi di alfabetizzazione funzionale che emergono costantemente dalle indagini nazionali e internazionali (Invalsi, DESI, PISA, PIAAC5), la bassa diffusione di competenze digitali nella fascia dirigenziale, soprattutto ma non solo nel settore pubblico, la bassa maturità digitale delle Pmi, costruiscono insieme uno scenario del preente in cui l’Italia rischia, allo stesso tempo, una divaricazione sociale, un diseguale sviluppo territoriale, e un impoverimento complessivo anche per una crescente dipendenza tecnologica da altri Paesi. Nonostante questa situazione sia sempre più chiara- mente cruciale per governare le leve determinanti per decidere la direzione del futuro, i temi del digitale rimangono in una sfera marginale e accessoria, tecnica e di supporto, mentre il tema del- le competenze rischia di essere ancora trattato in modo fraziona- to e circoscritto, quasi asfittico e non centrale. Invece che nel suo necessario approccio organico, dalla scuola al contesto sociale e lavorativo, in una dimensione di ecosistema, per superare quella che si può ritenere a tutti gli effetti la “questione competenze”.
Perché il cambio di rotta avvenga strutturalmente e in prospettiva, occorrono certamente politiche organiche sullo sviluppo delle competenze digitali, come ad esempio fa l’iniziativa Repubblica Digitale (DTD, 2022), ma occorre anche tessere i presupposti di una consapevolezza collettiva partendo dalla comprensione del contesto. Questo è necessario per i cittadini, di tut- te le età, utilizzando appieno gli strumenti di apprendimento già disponibili, come quelli basati sul quadro europeo di competenze digitali DigComp, così come per chi ha responsabilità di organizzazioni, di gruppi, di unità, di progetti, di iniziative, in una logica di competenze per l’e-leadership sistematicamente allineate con le evoluzioni di opportunità e rischi delle tecnologie emergenti, in primo luogo di quelle di Intelligenza Artificiale. L’e-leadership, se diffusa, consente di rendere la scelta della centralità delle competenze e della persona nella trasformazione digitale un impegno collettivo. Così come collettiva e organica è necessario che sia la comprensione dei temi che stanno alla base della trasformazione del nostro contesto sociale ed economico, come il fenomeno della disinformazione, gli impatti sulle nostre vite della profilazione, del trattamento dei dati, delle implicazioni e delle opportunità delle tecnologie di apprendimento profondo delle reti neurali. Questo testo si pone innanzitutto l’obiettivo di porre in evidenza la necessità di rendere centrale il tema delle competenze e per questo contribuire alla comprensione e alle riflessioni del contesto di quarta rivoluzione industriale che stiamo vivendo e che è alla base di un adeguato approccio ai temi della cittadinanza, del servizio pubblico e della crescita socio-economica. Rispetto al recente lavoro sull’e-leadership (Iacono, 2021a), quindi, questo testo si propone di costruire un percorso di riferimenti per comprendere e sistematizzare il contesto attuale e le evoluzioni che si prospettano. Il testo si rivolge a chi ha un ruolo nei processi di cambia- mento delle organizzazioni e della società nel suo complesso, e quindi in primo luogo ai manager di aziende e organizzazioni del terzo settore, ai funzionari e ai dirigenti pubblici, inclusi quelli scolastici, che hanno un ruolo fondamentale nel processo di trasformazione in atto nelle loro amministrazioni e, di conseguenza, in tutta la Pubblica Amministrazione, nel passaggio obbligato (ma non scontato) verso una consapevolezza digitale diffusa e per la costruzione delle condizioni per scongiurare i rischi di divaricazione sociale e di non governo del futuro. Allo stesso tempo il testo ha l’ambizione di essere anche uno strumento di riflessione per la politica (incluse le associazioni di cittadini), sulla necessità di porre la questione della trasformazione digitale come questione trasversale e non di settore dell’intervento socio-economico e, in questo, riconoscere al tema delle competenze (in generale, anche qui con la trasversalità delle competenze digitali) una inequivocabile centralità e una indispensabilità di azione. Questi stessi elementi possono essere utili per i formatori (innanzitutto i docenti scolastici), gli specialisti di gestione del cambiamento e di gestione delle risorse umane, per gli studiosi e gli studenti di organizzazione e di change management che, sui temi della rivoluzione digitale, dell’innovazione e dello sviluppo congruente delle competenze, possono trovare qui spunti per riconfigurare il contesto di azione dei diversi settori di intervento pubblico e privato. Il testo si sviluppa sostanzialmente in due parti: nella prima l’accento è sull’analisi del contesto della rivoluzione digitale e in particolare delle implicazioni sugli scenari futuri legate alle tecnologie emergenti, mentre la seconda si propone come guida operativa, con indicazioni e raccomandazioni ai diversi livelli di intervento e di responsabilità. Nella seconda parte i temi sono approfonditi in ambito italiano, con l’obiettivo di condividere riflessioni e indicazioni operati- ve per i diversi attori. L’auspicio è che questo lavoro contribuisca alla presa di coscienza collettiva che lo sviluppo di una consapevolezza digitale diffusa sia necessaria e che, se non viene data centralità alle competenze, nessun beneficio sociale dall’evoluzione tecnologica sarà possibile. Perché «Le competenze digitali sono la spina dorsale della società digitale» (Commissione Europea, 2020b).
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Quali sfide attendono la società di domani? Quali sono i rischi e quali le possibilità offerte dallo sviluppo tecnologico? Per la rubrica “Futuro da sfogliare un estratto del libro “Le sfide della società onlife” (FrancoAngeli Editore) di Giuseppe Iacono, esperto di processi di innovazione e competenze digitali, coordina il programma Repubblica Digitale del Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.