L’intervista a Antti Korhonen, Ceo di xEdu, uno degli acceleratori europei leader del settore. Alle OGR la nuova edizione del programma NextEdu. «Vogliamo aiutare le migliori innovazioni nel campo dell’istruzione a scalare e a crescere a livello internazionale»
«Negli ultimi 15 anni la Finlandia è diventata uno dei Paesi di riferimento in Europa in merito allo sviluppo di startup. Gli investimenti VC per capita tra Finlandia ed Estonia sono tra i maggiori. Una parte di questo deriva da Nokia, di cui anche io ho fatto parte: quando le cose hanno iniziato a cambiare sul mercato dei device molti loro dipendenti hanno scelto di diventare imprenditori». Non ci capita spesso di raccontare l’ecosistema finlandese delle startup ed ecco perché la chiacchierata con Antti Korhonen, Ceo di xEdu, uno degli acceleratori europei leader del settore edtech, fondato a Helsinki nel 2016, è stata preziosa per avere uno spaccato su uno scenario d’avanguardia. Mondi diversi – Italia e Finlandia – al lavoro però per costruire ponti e occasioni di scambio. Su questa base è stata lanciata la seconda edizione di NextEdu, il programma di accelerazione internazionale alle OGR Torino, supportato da Fondazione Sviluppo e Crescita CRT, che per l’edizione 2023 ha selezionato 8 startup (di cui 4 italiane).
Come funziona in Finlandia?
Come ci ha spiegato Antti Korhonen, uno degli elementi chiave che ha fatto la fortuna dell’ecosistema dell’innovazione finlandese è rappresentato dalla collaborazione tra i soggetti, università comprese. Diamo qualche numero per inquadrare lo scenario: con una popolazione inferiore ai 6 milioni di abitanti, la Finlandia ha chiuso il 2022 con una raccolta di investimenti di 1,8 miliardi di euro, con una crescita del 32% rispetto al 2021 (nel 2013 erano stati 186 milioni di euro). Nello specifico anche il panorama edtech è vivace, con decine di startup che lavorano nel campo di istruzione e formazione. Nel Paese è la contaminazione a fare la differenza, con gli atenei a giocare un ruolo centrale. «Faccio l’esempio di Slush, l’evento internazionale per startup che si tiene a Helsinki. Lo organizzano studenti di diverse università». Il fatto che si stia parlando di un piccolo Paese, con una popolazione ridotta, suggerisce che questo sia un fattore che facilita le connessioni e le opportunità per fare networking. Un po’ come accade in Israele, altro Paese che su tecnologia e innovazione ha investito parecchio. «In Finlandia – ha Antti Korhonen – è più facile incontrare l’amministratore delegato di un’azienda e chiedergli di collaborare su un progetto».
Nel 2009 Antti Korhonen ha lasciato Nokia per buttarsi nel mondo startup, scoprendo un elemento interessante riguardo non tanto al digitale in sè, ma al suo impatto potenziale sul sistema educativo. «L’istruzione come settore è tre volte più grande dell’ICT. Considerando tutte le telecomunicazioni e tutte le aziende informatiche del mondo parliamo di un mercato da 2mila miliardi di euro. Bene, l’istruzione è un mercato da 6mila miliardi di euro e il denaro speso nell’istruzione cresce del 7,5% all’anno». xEdu è dunque un acceleratore che esplora questo segmento e lo fa anche guardando alle soluzioni italiane con il programma alle OGR di Torino. «Vogliamo aiutare le migliori innovazioni nel campo dell’istruzione a scalare e a crescere a livello internazionale».
L’edtech secondo xEdu
Il mondo dell’istruzione è cambiato, soprattutto durante gli anni della pandemia, grazie soprattutto alle persone che lo popolano, a cominciare dagli insegnanti. In futuro non sono certamente in discussione il ruolo e la presenza fisica delle scuole. Lo stesso Antti Korhonen non è neppure convinto si debba parlare di una rivoluzione in arrivo, termine che troppo spesso utilizziamo per descrivere invece una qualsiasi evoluzione. «Dobbiamo pensare alla scuola come a un servizio e prevedere il ricorso al digitale là dove questo è già possibile». L’edtech tuttavia non riguarda soltanto l’istruzione e la formazione di piccoli e giovani. Quante sono infatti le opportunità per professionisti e non solo? «Oltre al settore dell’infanzia, delle scuole superiori e della formazione sul digitale, sta emergendo anche il target delle persone in pensione».
Nel percorso di accelerazione NextEdu tutti questi verticali sono presenti, dalla didattica scolastica e universitaria alla formazione di dipendenti e clienti nel mondo corporate, fino al lifelong learning e all’educazione della cittadinanza. Ad abilitare tutto questo ci sarà senz’altro l’intelligenza artificiale, le cui applicazioni in ambito edtech le abbiamo già evidenziate. «Con l’AI ci sarà – ha concluso Antti Korhonen – la possibilità di avere più parti di apprendimento individuale, in qualche modo livellate alle competenze dell’utente».