Mentre l’autorità britannica indaga sul rispetto delle normative per i giovanissimi che usano l’app, il team statunitense controbatte: «La mia intelligenza artificiale è stata sottoposta a un solido processo di revisione legale prima di essere resa disponibile al pubblico»
«I risultati provvisori della nostra indagine suggeriscono una preoccupante incapacità da parte di Snapchat di identificare e valutare adeguatamente i rischi per la privacy dei bambini e di altri utenti». Con queste parole il commissario per l’informazione britannico, John Edwards, ha messo in dubbio la tutela della privacy dei minori in merito al chatbot sviluppato dalla nota app multimediale ideata nel 2011 da tre studenti dell’Università di Stanford. Snapchat potrebbe non aver valutato adeguatamente i rischi per la privacy dei bambini derivanti dal suo chatbot dotato di intelligenza artificiale, “My AI”, secondo quanto è emerso dalle valutazioni effettuate dall’autorità di vigilanza dei dati britannica. Adesso si attende risposta da parte del team di Snapchat, prima che vengano adottate eventuali regolamentazioni.
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Le preoccupazioni dell’Information Commissioner’s Office
Attualmente, l’Information Commissioner’s Office sta indagando su come “My AI” elabori i dati personali dei circa 21 milioni di utenti di Snapchat in UK, compresi i bambini di età compresa tra 13 e 17 anni. L’autorità ha affermato che se la società statunitense non riuscisse a rispondere adeguatamente alle preoccupazioni del regolatore, “My AI”, lanciato ad aprile, potrebbe essere vietato nel Regno Unito. «La mia intelligenza artificiale è stata sottoposta a un solido processo di revisione legale e sulla privacy prima di essere resa disponibile al pubblico – ha dichiarato al media Reuters un portavoce di Snapchat – Continueremo a lavorare in modo costruttivo con l’ICO».