Secondo l’Istat l’anno ancora in corso potrebbe portare con sé un ulteriore rallentamento della spesa in ricerca e sviluppo
Tra le priorità individuate dall’attuale Presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel suo discorso per la fiducia in Parlamento, c’è sicuramente la necessità di tornare a investire in R&D. Il premier ha infatti sottolineato che «occorre investire adeguatamente nella ricerca, visto l’impatto che produce sulla nuova conoscenza e sui nuovi modelli in tutti i campi scientifici». E la pandemia ovviamente non è d’aiuto. Secondo l’Istat l’anno ancora in corso potrebbe portare con sé un ulteriore rallentamento della spesa in R&D delle imprese: -4,7% atteso rispetto al 2019, – 1,9% rispetto al 2018.
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Secondo l’ultimo rapporto Istat (riferito al 2018), solo un terzo degli investimenti complessivi in ricerca arriva dal mondo pubblico mentre oltre il 63% è frutto di investimenti privati. E chi tra loro investe maggiormente? A giudicare dai dati pubblicati da MF – Milano Finanza in piena pandemia, il totale della spesa in R&S delle prime 25 società italiane sfiora i 13 miliardi di euro.
Sul podio della classifica ci sono Fiat Chrysler Automobiles, con 3,6 miliardi euro investiti in ricerca e sviluppo (il dato è riferito a prima della fusione che ha portato alla creazione di Stellantis), seguita da Leonardo con 1,5 miliardi e da Telecom Italia con 1,2. La società guidata da Alessandro Profumo risulta quella che ha investito in innovazione e ricerca la percentuale più alta rispetto ai ricavi: 10,7%, contro i 6,5% di FCA e Telecom.
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Proprio Leonardo sta cullando il nuovo Supercomputer ligure, cui era al lavoro, prima di essere chiamato al ministero della Transizione ecologica, Roberto Cingolani. Realizzato con la partnership tecnologica di Atos e sulla base di acceleratori di ultima generazione NVidia A100, il davinci-1 conterà su una batteria di oltre 100 unità di supercalcolo, per una potenza di calcolo complessiva superiore a 5PFlops – 5 milioni di miliardi di operazioni in virgola mobile al secondo – e disporrà di una rete ad alte prestazioni e un sistema di archiviazione realizzato da DDN. Inoltre, sarà dotato delle più recenti tecnologie hardware e software, per una capacità di memorizzazione dell’ordine dei 20Pbyte (20 milioni di Gigabyte).
A cosa servirà davinci-1?
Roberto Cingolani, ex Chief Technology & Innovation Officer di Leonardo, intervenendo alla prima giornata della Genova Smart Week, aveva detto: “L’intelligenza artificiale potrebbe far finire l’era del tagliando per la manutenzione dei veicoli, predicendo il momento giusto in cui avvisare che occorre fare la revisione. Digitalizzare oggi – aveva aggiunto il massimo esperto di AI in Italia – inoltre vuol dire avere a disposizione una potenza di calcolo e di storage elevata. Il sistema complesso di un aeroplano non è poi molto diverso da quello di una città ; serve un sistema di calcolo dalla potenza elevatissima, un posto dove si possano racchiudere tutte le informazioni per fare calcoli e statistiche, diventando predittivo: il cloud computing. Ecco, in sintesi, perché è così importante il super computer di Genova. E la ricaduta sulla Liguria riguarderà sia le prospettive di lavoro, grazie al reclutamento di risorse che lavoreranno al supercomputer di Genova, sia l’apertura a collaborazioni con altre realtà del territorioâ€.
Ritrovare oggi Cingolani al dicastero che più di tutti potrà contare sui soldi che arriveranno da Bruxelles per dare vita al piano di ricostruzione post pandemica “Next Generation Eu” è dunque di ottimo auspicio perché si torni a parlare (e si torni a investire) nel settore R&D, alla base di qualsiasi transizione digitale ed ecologica che si voglia attuare.