Grazie ad Emergency, Labbit e lo studio Tamassociati, il Sudan ha a disposizione una struttura specializzata e gratuita per curare malati provenienti da gran parte del Continente. La parola d’ordine? Innovazione.
Il villaggio sudanese di Soba, venti chilometri a sud di Khartoum, ospita l’unico centro cardiochirurgico gratuito dell’Africa. Si trova su di un terreno di circa 40mila mq, lungo le rive del Nilo Azzurro, immerso in un piccolo paradiso naturale ma all’interno di una nazione che vive in uno stato di perenne precarietà e che, nei decenni passati, è stata martoriata da diverse guerre civili. La struttura, inaugurata nel 2007, è gestita interamente da Emergency che, oltre a portare personale internazionale e qualificato, segue la formazione dello staff medico locale.
Un progetto fondato sull’innovazione
Emergency ha voluto che l’innovazione fosse al centro di questo progetto altamente specializzato. Il piccolo ospedale è stato costruito con materiali in grado di resistere a tempeste di sabbia e temperature elevate; consuma una ridottissima quantità di energia che viene generata tramite soluzioni del tutto ecologiche; abbraccia progetti open source, come ad esempio quello per la gestione delle cartelle cliniche.
Per la sua costruzione, Emergency si è affidata allo studio italiano Tamassociati che ha scelto di sfruttare le caratteristiche naturali del luogo. L’ospedale si sviluppa intorno a due grandi alberi di mango e utilizza la vegetazione come schermo isolante; una vera e propria macchina termica in grado di schermare e rinfrescare il centro. Ma la soluzione innovativa più interessante è quella che lo studio identifica come “trappola”: l’aria prelevata dall’esterno viene fatta passare in una specie di labirinto; l’urto contro le pareti porta ad un suo raffreddamento facendo sedimentare gran parte della sabbia e delle polveri in sospensione. Un nebulizzatore d’acqua, prelevata dal vicino Nilo, completa filtrazione e raffreddamento appena all’esterno dell’edificio.
Tutte soluzioni che, nel 2013, hanno fatto vincere al centro il premio Aga Khan Award for Architecture, destinato a edifici innovativi, che coniugano eccellenza architettonica e impatto positivo sulla qualità della vita delle comunità circostanti.
Abbracciare la filosofia open source
Dal punto di vista del software l’ospedale ha scelto di stringere un accordo con Labbit, azienda romana del settore, e adottare Wavemaker come piattaforma di sviluppo. Il progetto è stato chiamato Salam Centre DB ed è attualmente utilizzato dallo staff medico del centro per gestire l’iter diagnostico e le cartelle cliniche di ogni paziente. Il nome scelto non risponde ad una casualità: significa “pace” ed è il miglior augurio che si può fare ad un territorio che ne ha estremamente bisogno.
Salam Centre DB è un progetto interamente open-source. L’ambiente su cui risiede l’applicativo, infatti, è composto da application server Apache Tomcat e DBMS Mysql 5, con sistema di reportistica anch’esso basato su tecnologie aperte e collaborative. I tempi di realizzazione sono più veloci del normale: fino al 60% in meno rispetto ad una tradizionale web application. Il team che lo ha creato è composto da un capo progetto e due sviluppatori e nel complesso, dunque, parliamo di una realtà ampiamente sostenibile e dai costi estremamente contenuti.
Un ospedale per tutta l’Africa
Il centro di cardiochirurgia di Salam è un punto di riferimento non solo per i malati provenienti dal Sudan. Finora, infatti, sono stati operati pazienti provenienti da 25 paesi diversi: Sudan, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Eritrea, Etiopia, Kenya, Ruanda, Sierra Leone, Tanzania, Uganda, Zambia, Nigeria, Iraq, Ciad, Giordania, Somalia, Burundi, Gibuti, Zimbabwe, Senegal, Burkina Faso, Afghanistan, Sud Sudan, Liberia, Italia (cittadini temporaneamente residenti in Africa). Fa parte di una rete di strutture pediatriche dove cardiologi internazionali di Emergency effettuano lo screening di bambini e adulti cardiopatici che verranno operati a Khartoum, offrendo le cure post-operatorie necessarie.
Chi è Labbit
Labbit è un’azienda nata nel 2008 che opera nel settore dello sviluppo software. È partner tecnologico di piccole e grandi aziende con ruolo fortemente attivo nella progettazione e nello sviluppo: «La nostra mission» – si legge nel sito – «consiste nel fornire supporto specializzato e servizi di consulenza avanzata alle aziende che operano in diversi ambiti del settore IT portando avanti l’intero ciclo di sviluppo del progetto, dalla progettazione fino al collaudo».
Un’azienda che ha deciso di abbracciare le iniziative portate avanti da Emergency in Africa, coinvolgendo un partner come Wavemaker per semplificare la gestione di strutture adibite a salvare vite umane in territori complicati. Tutto nel nome dell’innovazione, della condivisone e dello sviluppo.