TOBII I-Series è un laptop speciale dotato di raggi infrarossi, alla base dello schermo, che consentono di leggere il movimento oculare. I dispositivi sono stati consegnati da AIRETT e Fondazione Vodafone Italia nell’ambito del progetto “Bimbe dagli occhi belli”
Interagire con il mondo esterno e comunicare con il movimento degli occhi e far meglio comprendere i propri bisogni ai genitori. È quello che potranno fare 30 bambine colpite dalla Sindrome di Rett, che non sono in grado né di parlare né di muoversi, grazie agli speciali puntatori oculari Tobii I-Series: dispositivi portatili, simili a dei laptop, dotati di raggi infrarossi, posizionati alla base dello schermo e che consentono di leggere il movimento oculare e, quindi, di decifrare le scelte delle bimbe in risposta agli stimoli cui di volta in volta vengono sottoposte. I dispositivi sono stati consegnati da AIRETT (l’associazione italiana che riunisce i genitori che condividono e affrontano i problemi quotidiani legati alla sindrome di Rett) e Fondazione Vodafone Italia nell’ambito del progetto lanciato a luglio 2016 Bimbe dagli occhi belli.
Attualmente disponibili in due versioni (la 12” e la 15”), i Tobii I-Series possono essere utilizzati sia in situazioni di gioco, che di comunicazione o di apprendimento. La loro capacità innovativa consiste nel fatto che non comporta la necessità di indossare fasce o caschi. Inoltre, può essere portato a mano, appoggiato su un piano o installato su un supporto o un mezzo di trasporto.
Patologia rara di origine genetica, la sindrome di Rett si manifesta durante i primi anni di vita e colpisce prevalentemente le bambine, con un’incidenza stimata di circa 1 su 10.000 nati di sesso femminile. La sua scoperta è drammatica per le famiglie, che osservano le conseguenze della sindrome solitamente intorno al primo anno di vita: ritardo cognitivo, perdita della capacità motoria e incapacità di parlare sono i principali sintomi causati da questa malattia che colpisce in maniera progressiva il sistema nervoso centrale. Di qui l’espressione, “bimbe dagli occhi belli”, in base alla quale sarebbero gli occhi l’ultimo strumento utile a queste ragazze per comunicare.