Un bambino su 100 nel mondo soffre d’autismo. L’app di PixFusion, lanciata su Kickstarter offre un concreto aiuto ai bambini che ne soffrono insegnandogli a riconoscere ed esprimere le proprie emozioni
Da un’immagine in 3D del viso Pixoppia ne elabora una per ogni emozione: triste, felice, spaventato. Così i bambini, giocando, imparano a riconoscerle e a comunicarle nel modo giusto. L’app è stata pensata per i bambini autistici ma non è escluso che possa essere utile a grandi e piccini.
I bambini con un disturbo dello spettro autistico (uno ogni 100 nel mondo), hanno bisogno di imparare a riconoscere le emozioni: non solo capire cosa sono gioia, stupore, rabbia e tristezza, ma riuscire a scorgerle sul viso di un’altra persona e a esprimerle nel modo giusto. Una capacità che da innata diventa molto complessa e va esplorata con pazienza, magari grazie a un gioco che possa rendere l’atmosfera più piacevole, meno tesa e divertente, favorendo l’apprendimento.
Come funziona Pixoppia?
È da questa consapevolezza che nasce l’idea di Pixoppia, la app per aiutare i bimbi a superare la difficoltà del riconoscimento delle emozioni sfruttando una tecnologia basata sulla personalizzazione. Come funziona? Dopo averla installata il gioco inizia subito: a partire da un rendering in 3D del viso del bambino, Pixoppia elabora nuove immagini in cui ha espressioni diverse. In una è felice, in una sorpreso e così via, permettendogli di vedere non solo come appare una certa emozione ma come gli altri lo vedono quando la esprime. E come esprimerla nel modo “corretto”, senza esagerazioni, in modo da comunicare come si sente ed entrare in contatto con chi lo circonda, prendendo fiducia in sé stesso e superando il muro invisibile.
Il viso viene mappato dal software di Pixoppia e rende possibile ricreare praticamente qualsiasi espressione, portando l’apprendimento a un livello più personalizzato rispetto ai classici “giochi” pensati per imparare le emozioni, come quelli con le carte, con volti o smiley da ricondurre ai rispettivi stati: questa faccina è triste, quest’altra molto arrabbiata, quest’altra neutra.
A chi non conosce da vicino le difficoltà dei bimbi autistici l’approccio della app potrà sembrare basilare, quasi banale, ma secondo gli esperti consultati dai creatori di Pixoppia la personalizzazione potrebbe essere il tassello che mancava, un aiuto importante per i bimbi che oltre allo stato emotivo di chi li circonda non riescono a interpretare o esprimere correttamente nemmeno ciò che provano loro.
Learning by playing
L’aspetto giocoso è molto forte: dalle prime schermate della app, dei concept non definitivi ma che sulla pagina Kickstarter iniziano a darci qualche indizio su come potrebbe apparire la versione finale, è facile capire come Pixoppia vuole coinvolgere i bimbi. Una della attività, My Emotions, prevede di trascinare il proprio viso nelle varie versioni proposte (quello triste, quello felice e via dicendo) sull’emozione corrispondente. Un altro concept recita “Jack ha appena preso un gelato insieme ai suoi amici. Quale di queste immagini mostra lo stato d’animo adatto a questa situazione?”. In un altro ancora, Situations, il bimbo sta giocando con delle macchinine, con un viso felice: “Jack sta giocando con i suoi giocattoli. Nella foto ha l’espressione giusta?”. Per ogni scelta corretta ci sono piccoli premi e indizi da usare nelle sfide seguenti, per mantenere il bambino motivato e coinvolgerlo.
Non si tratta solamente di migliorare la comprensione delle emozioni, spiegano gli autori dell’app, ma di permettere al bambino di costruire, mattoncino dopo mattoncino, una maggior sicurezza. E di incoraggiare i comportamenti più appropriati alle diverse situazioni, tramite attività e giochi che “crescono” insieme a lui.
Pixoppia è strutturata in tre livelli, facile, medio e difficile, che da emozioni semplici come gioia, rabbia, tristezza e spavento vedono via via comparire quelle più complesse. All’aumentare del livello i contenuti si riorganizzano in album che permettono ai genitori (e ai professionisti che seguono il piccolo nel suo percorso) di monitorare i progressi e valutare l’utilità dell’approccio personalizzato.
Il Software che viene dal marketing
La tecnologia sulla quale si basa la app arriva da Pixfusion, un software di personalizzazione che il chief marketing officer di Pixoppia, Rich Maryyanek, usa da anni con Big Tent Entertainment, un’agenzia della quale è co-fondatore e che lavora sul marketing di marchi e personaggi entertainment-based (tra i clienti più grossi ci sono Jaguar, HBO, Nestlé, GAP e BMW). Durante una riunione di lavoro, mentre mostrava a dei nuovi clienti le potenzialità del backend del software, si è chiesto: perché non portarlo fuori da quest’ambito e usarlo nella quotidianità, impiegandolo in qualcosa che possa cambiare la vita delle persone?
Il team Pixfusion da cui è nata Pixoppia, oltre a Maryyanek e Yvette Tola Thompson (psicologa esperta in disturbi dello spettro autistico) comprende altri sei professionisti tra copywriter, designer ed esperti della personalizzazione. Cosa manca ancora prima di poter vedere Pixoppia tra le app scaricabili sui nostri device? Il team lo spiega su Kickstarter, dove sta raccogliendo fondi non solo per le ultime fasi tecniche ma per poter coinvolgere nuove figure specializzate (con expertise medico) vicine al mondo dell’autismo e un designer che abbia familiarità con elementi come il colore, i suoni e gli elementi più adatti a bambini con esigenze particolari -oltre che una migliore conoscenza di quali possano essere gli indizi e i premi più adatti per coinvolgerli-. Il loro obiettivo è far arrivare la app sugli store nel febbraio 2016, per aiutare le famiglie ad affrontare questa sfida nel migliore dei modi, con uno strumento coinvolgente e valido, creato con il contributo di esperti per poter davvero cambiare la vita delle persone.