Hanno programmato un robot per l’esplorazione del suolo marziano usando i software di Mathworks. Unico team italiano arrivato in finale alla “Mission on Mars robot challenge 2016”
Sono in 4 ingegneri di 25 anni, tutti provenienti da Lecce e tutti iscritti al corso magistrale di Ingegneria Meccatronica del Politecnico di Torino. Insieme hanno programmato un robot e creato un team che è arrivato sesto – unico italiano tra i finalisti – alla Mission on Mars Robot Challenge 2016, la competizione organizzata da Mathworks (azienda che produce software per calcoli matematici) a Parigi, in cui i concorrenti dovevano programmare un robot per una missione su Marte.
Il team nato all’università
Il team dei “Polimars” si è qualificato nella top 10 tra 550 team provenienti da 54 paesi di tutto il mondo: si compone da Emanuele Visconti, Fabiano Marra, Pierluigi Marzo ingegneri elettronici, e Simone Maragliulo, ingegnere biomedico. “Siamo venuti a conoscenza della competizione tramite l’iscrizione alla newsletter di Mathworks e, essendo colleghi universitari, abbiamo pensato di formare un team e di partecipare perché interessati all’argomento” spiega Simone.
La missione su Marte
La missione che il robot doveva completare consisteva nell’identificare specifici target nel minor tempo possibile evitando gli ostacoli. “I partecipanti avevano il compito di ottimizzare gli algoritmi di esplorazione, ovvero quella che è l’intelligenza artificiale del robot, utilizzando Matlab e Simulink, software di proprietà della stessa Mathworks”. Durante la competizione, dunque, tutti i team avevano a disposizione il modello Simulink del robot: ogni gruppo doveva studiare un proprio algoritmo per farlo funzionare al meglio. “Il nostro team si è qualificato ottavo nella fase preliminare e siamo stati gli unici italiani che sono rientrati nei primi 50”. L’ultima fase della competizione si è svolta lo scorso 25 maggio 2016, a Parigi. Hanno partecipato i primi 12 gruppi classificati durante la fase preliminare.
La finale a Parigi
“In questa finale abbiamo inizialmente fatto un testing su un modello fisico del rover. Dopo aver apportato le ultime modifiche di calibrazione, ogni team si è sfidato con il proprio robot nelle arene”. Le arene, ovvero i campi di battaglia dei robot riproducevano alla perfezione il suolo marziano, con ostacoli e target da raggiungere. “E’ stata un’esperienza molto formativa sia a livello personale che professionale e siamo orgogliosi del risultato ottenuto – ha detto Emanuele Visconti, il team leader – Partecipare ci ha permesso di migliorare il nostro approccio al lavoro in team e di testare sul campo le conoscenze ottenute durante gli anni di studio. Inoltre, competere in campo internazionale è stato molto stimolante e consiglio a chiunque di partecipare a questi eventi”.