Nel cuore dell’Emilia si disegna il futuro delle biotecnologie. La Stem Sel di Bologna ha approntato una nuova tecnologia per usare le cellule riparatrici.
Quello delle cellule staminali è un mercato in forte espansione. Secondo BCC Research, il suo valore sfiorerà i 60 miliardi di dollari nel 2019. Ogni individuo avrà una probabilità su cinque di utilizzare le staminali durante il corso della propria vita per un intervento medico o diagnostico. E da Bologna, dalla sede della Stem Sel, arriva forte un messaggio: le staminali si possono coltivare secondo standard in grado di garantire ai pazienti sicurezza ed efficacia. Il futuro della medicina rigenerativa infatti, sta prendendo forma proprio nel cuore della Romagna, grazie ad un innovativo strumento per l’isolamento e la selezione delle cellule staminali, chiamato Celector.
Facciamo un passo indietro.
Alla Stem Sel hanno messo a punto una nuova tecnologia che permette di selezionare cellule staminali da tessuto “di scarto” per terapia cellulare in medicina rigenerativa. Ma di cosa stiamo parlando? Parliamo di staminali, cellule primitive non specializzate, che hanno la capacità di auto-rigenerarsi e garantire un ricambio di quelle vecchie o danneggiate. Una grande opportunità dunque per combattere in futuro malattie finora incurabili, come il morbo di Parkinson, Alzheimer o anche la SLA. Una sfida dalla portata rivoluzionaria.
Quello della ricerca nel campo delle staminali è da sempre argomento particolarmente delicato e controverso. Spesso si è portati a pensare che nel nostro paese l’uso delle staminali sia praticamente bandito per legge. Ma come ci ricordano anche alla Stem Sel, “l’uso delle staminali è oggi alla base delle moderne tecniche di ricostruzione cartilaginea, della medicina rigenerativa e delle cure più moderne in alcuni campi oncologici”.
Nel caso di Celector parliamo di cellule adulte – dunque parzialmente specializzate – e staminali da cordone ombelicale, più efficienti e in grado di ridurre i casi di rigetto durante i trapianti.
Che cos’è Celector?
Dopo anni di studi e sperimentazioni si è giunti alla definizione di una tecnologia proprietaria che garantisce una qualità delle staminali molto elevata, grazie alla totale assenza di manipolazione cellulare e tempi ridotti di estrazione. Una tecnologia, così come la presenta Kristel Martinelli, product engineer di Stem Sel, “nata da un team di biologi, chimici, medici, ricercatori e universitari, divenuto un progetto da applicare alla medicina rigenerativa”.
Quello della mancanza di manipolazione è un fattore chiave per la selezione delle cellule “migliori”, ma anche perché permette di superare le barriere regolatorie relative all’applicazione di cellule staminali per terapie cellulari.
“Le cellule si selezionano in un fluido che scorre” – continua la Martinetti – “così come succede a dei sassolini di forma e peso diverso che vengono trascinati da velocità diverse in un torrente. Così come succede ad un aliscafo o ad un windsurf in planata che esce dall’acqua, le cellule planano nel fluido del Celector che ci permette di raccoglierle separandole dalle altre per custodirle e riparare organi danneggiati”.
Celector è oggi un marchio registrato: una strumentazione tecnologica brevettata per l’isolamento, la purificazione e la selezione non invasiva di cellule staminali. Ovvero come un metodo innovativo per curare, trattare, rigenerare organi danneggiati con i propri tessuti di scarto, come ad esempio il lipoaspirato – il prodotto di una liposuzione – il cordone ombelicale, la placenta o i denti da latte.
Sviluppi futuri
Celector rappresenta una piccola rivoluzione nel mondo delle terapie cellulari. Perché, a differenza dei metodi oggi in uso, permette di isolare le cellule staminali senza marcarle, quindi evitando di modificarne la struttura e incappare nelle restrizioni che vigono in alcuni Stati. In più consente di contare in tempo reale le cellule ottenute e di selezionare le migliori. Ha inoltre l’importante vantaggio del minor costo dello strumento e dei consumabili.
Il Celector potrà in futuro essere utilizzato in tutti i laboratori clinici e di ricerca che sviluppano nuove applicazioni basate sulle cellule staminali, le cell factory – che sviluppano preparati basati sulle cellule staminali – e le cell bank, banche cellulari che conservano cellule staminali per il trapianto autologo.
@antcar83