Il Gruppo Santo Stefano Riabilitazione organizza la Robotic Rehabilitation Summer School. Tra le novità ci sarà anche un esoscheletro innovativo per la riabilitazione. Appuntamento dal 13 al 18 maggio a Porto Potenza Picena (MC).
Tornare a camminare dopo traumi midollari o ictus è una delle più grandi sfide per gli esperti di riabilitazione. Ma il Gruppo Santo Stefano Riabilitazione ha messo a punto un dispositivo che rivoluzionerà questo passaggio e permetterà più facilmente il ritorno dei pazienti a una vita normale.
Si chiama HAL, è un esoscheletro innovativo capace di interpretare gli impulsi nervosi che arrivano ai muscoli. Il dispositivo verrà presentato alla 2° European R2S2, la Robotic Rehabilitation Summer School, in programma all’Istituto di Riabilitazione Santo Stefano di Porto Potenza Picena (MC) dal 13 al 18 maggio.
Leggi anche: Ecco Shiva Exo, l’esoscheletro che aiuta gli operai a sollevare i pesi
La riabilitazione robotica
HAL, che mutua il nome dal supercomputer immaginato da Stanley Kubrick in “2001 Odissea nello Spazio” è dotato di un’interfaccia neuro-funzionale in grado di leggere e interpretare i segnali muscolari e nervosi del paziente.
Infatti, quando una persona cerca di muovere il proprio corpo, il cervello trasmette i segnali necessari attraverso i nervi. Lo scopo è far sì che questo messaggio raggiunga i muscoli per provocarne la contrazione e quindi il movimento.
Chi soffre di patologie come il Parkinson, la sclerosi multipla, lesioni midollari e postumi di ictus, non è capace di produrre impulsi nervosi per il movimento in maniera corretta. Oppure, se prodotto, questo messaggio si indebolisce lungo i canali di trasmissione e non arriva a destinazione.
HAL, che sta per Hybrid Assistive Limb, agisce proprio per correggere questa situazione.
La sua interfaccia neuro-funzionale è stata studiata dall’Università giapponese di Tsukuba. Attraverso sensori cutanei intercetta e interpreta i segnali muscolari e nervosi che arrivano agli arti superiori e inferiori.
HAL combina questi dati con altre informazioni, riconoscendo così il tipo di movimento che la persona sta provando a fare e aiutandolo nel realizzarlo. Il nervo successivamente manda un feedback al cervello che conferma che il movimento è stato eseguito correttamente.
La ripetizione del movimento rinforza e regola i collegamenti fra i neuroni nel cervello e nel midollo spinale ed i collegamenti fra i neuroni ed i muscoli, promuovendo il miglioramento e la rigenerazione delle funzioni fisiche.
Un ruolo fondamentale però lo giocano anche elementi che non hanno niente a che fare con la robotica. Nel cammino riabilitativo assistito da HAL, elementi importantissimi sono la volontà, la collaborazione e la componente cognitiva, indispensabili per il trattamento.
Inoltre, il robot non sostituisce – anzi, potenzia – la relazione tra operatore e paziente. Secondo Alessandro Giustini, membro del comitato scientifico del Gruppo Santo Stefano Riabilitazione e responsabile scientifico della Robotic Rehabilitation Summer School, “affidando alla macchina il compito di verificare la correttezza del movimento, la sua ripetizione e la misurazione dei risultati, l’operatore recupera la propria competenza e valorizza la relazione empatica con il paziente concentrandosi sul suo bisogno. L’ascolto e l’adattamento del percorso riabilitativo alle esigenze del paziente diventano il cuore dell’intervento. E la relazione umana ne trae beneficio”.
La scommessa sulla robotica
Il Gruppo Santo Stefano Riabilitazione ha scommesso forte sull’impiego di tecnologie robotiche per la cura di pazienti con traumi midollari o ictus, tanto che HAL non è l’unico dispositivo altamente tecnologico disponibile in struttura.
Il gruppo dispone di 16 tipi di diverse strumentazioni e tecnologie robotiche nei suoi 14 centri di riabilitazione – distribuiti tra Marche, Umbria, Emilia-Romagna, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto e Campania.
Con un totale di 1.505 posti letto all’attivo, accreditati con il SSN, il Gruppo Santo Stefano Riabilitazione durante lo scorso anno ha seguito 8.500 pazienti, di cui oltre 1.400 con esiti di patologie di origine neurologica.
Network internazionale per la riabilitazione robotica
La riabilitazione robotica è un campo dove gli operatori devono continuamente aggiornarsi. Per questo, durante la seconda edizione della R2S2, si parlerà di best practice attuate in 25 Paesi, in modo da offrire una prospettiva più ampia su ciò che si fa in questo campo nel mondo.
Verranno esposte ricerche internazionali, casistiche differenti, suddivise per patologie e per età, utili alla definizione di nuovi standard operativi.
L’evento sarà l’occasione per la creazione di network di collaborazione internazionale tra i vari centri di riabilitazione: il primo passo sarà la presentazione della piattaforma Er2School, dove i docenti e i referenti dei centri di riabilitazione europei potranno condividere dati e informazioni, esperienze e progetti di ricerca e mantenersi in costante aggiornamento reciproco.