Un sostegno alla Siare Engineering, l’unica azienda italiana a produrli. Ne servono 2mila entro luglio
La crisi dell’auto non ferma gli stabilimenti. Sì, perché se è vero che lungo la penisola tantissime fabbriche hanno bloccato la produzione di quattro ruote come misura precauzionale per contenere il contagio del coronavirus, d’altra parte fabbriche come Ferrari e Marelli si sono messe a disposizione per affiancare la realizzazione di respiratori da destinare agli ospedali e alle terapie intensive. L’emergenza pandemia richiede 2mila dispositivi medici pronti entro luglio e l’unica azienda italiana in grado di farli, la Siare Engineering, non riesce però a restare al passo con gli ordini. Il sostegno verrà così dal Cavallino e dalla Marelli, che si sono resi disponibili a ospitare la produzione e l’assemblaggio nei loro stabilimenti.
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Ferrari: corsa contro il tempo
Non si tratta di un’iniziativa soltanto italiana. Ferrari è soltanto una delle grandi aziende che destinerà i propri stabilimenti alla produzione di materiale sanitario fondamentale come i respiratori. Poche ore fa Elon Musk ha annunciato che settimana prossima Tesla cesserà la produzione per limitare il più possibile il contagio tra i dipendenti. L’imprenditore sudafricano ha però aggiunto che SpaceX potrebbe mettersi all’opera per realizzare ventilatori polmonari, tanto da ricevere l’interessamento del sindaco di New York, Bill de Blasio.
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«Stiamo parlando con Fiat Chrysler, Ferrari e Marelli – ha dichiara Gianluca Preziosa, CEO si Siare Engineering – per provare a capire se ci possono dare una mano nella produzione di componenti elettronici». L’azienda bolognese può contare fino su una produzione di 125 respiratori a settimana, realizzati da 35 dipendenti. Proprio la sede di Maranello, che in un primo momento sembrava dovesse rimanere aperta e che poi è stata fatta chiudere, sarebbe stata indicata dalla Ferrari come possibile luogo di produzione.