“Lavoriamo giorno e notte, su turni, per gestire 30 stampanti 3D. Ad oggi abbiamo prodotto gratuitamente oltre 130 valvole”, afferma il founder di Roboze
Roboze, che ha mosso i suoi primi passi nel 2013, è una PMI con sede a Bari nota nel mercato italo-americano di stampanti 3D industriali per super polimeri che trovano applicazione in settori quali quello dell’oil&gas, dell’automotive, della meccanica e dell’aerospazio, della manifattura e della difesa (tra cui anche l’Esercito americano).
Su StartupItalia ne abbiamo parlato a più riprese, come vincitori del premio EY 2018 e alla chiusura del loro primo round di investimento da 3 milioni di euro con Equiter SPA.Â
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Oggi ne scriviamo perché Roboze sta offrendo un aiuto importante al nostro Paese con la stampa 3D di valvole per ventilatori polmonari destinati agli ospedali italiani. “Finora abbiamo prodotto gratuitamente più di 130 valvole destinate a Isinnova, l’azienda che ha brevettato la valvola Charlotte da applicare a maschere da snorkeling per la ventilazione nelle terapie subintensive, e a diversi ospedali italiani, tra cui quelli di Brescia e Lecce – spiega Alessio Lorusso, founder di Roboze – ma le richieste ci arrivano continuamente”.
Alessio Lorusso, founder Roboze
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Valvole per respiratori polmonari
“Lavoriamo giorno e notte, su turni, per gestire 30 stampanti 3D che erano destinate ad alcuni dei nostri clienti ma che, invece, stiamo impiegando esclusivamente per la produzione delle valvole – spiega Lorusso – Durante la nostra routine quotidiana siamo in 60 a lavorare, ma al momento sono 15 i dipendenti che stanno portando avanti questo grande lavoro per concluderlo nel più breve tempo possibile. Con 30 macchine siamo in grado di produrre da 350 a 450 valvole alla settimana“.
Stampanti generalmente utilizzate per la produzione di componenti particolari nei settori dell’aerospazio, della meccanica di alta precisione, del settore auto, adesso restituiscono in tempi record e a ritmi incessanti valvole da applicare alle maschere C-Pap nelle terapie sub-intensive. “Una volta che in Italia l’emergenza sarà terminata, ci auguriamo quanto prima, produrremo anche per gli ospedali americani, considerando che abbiamo una sede anche a Houston. Per adesso ci hanno fatto richiesta dal Texas e dalla California“, afferma il founder di Roboze.
Non solo valvole
“Oltre alle valvole, la nostra idea è quella di fabbricare anche dispositivi di protezione personale schermanti destinati al personale medico per proteggere il volto dagli schizzi – racconta Lorusso – Ma su questo punto stiamo aspettando indicazioni più precise e dettagli su come muoverci. Di questi potremmo produrne circa 300 alla settimana anche se la produzione dovrà essere, poi, bilanciata con quella delle valvole. Al momento abbiamo disponibilità di un’altra ventina di stampanti 3D ma dovremo tenere conto del carico elettrico per riuscire a capire quante, effettivamente, se ne potranno tenere in attività contemporaneamente”.
E nonostante la crisi che si abbatte su tutti i settori dell’economia italiana e globale, il fatturato di Roboze non sembra risentirne. Lo scorso anno aveva chiuso a 3,5 milioni di ricavi. “Contiamo di restare in linea con le aspettative previste“, conclude il founder.