Nell’America trumpiana prende corpo una nuova forma di protesta non violenta contro il presidente Trump, che ha fatto dei social il suo “studio ovale”
Sulla strada per le presidenziali 2020 di Donald Trump non si sono messi solo Twitter e Facebook, con le loro censure ai suoi interventi. Ora pure l’utenza – giovanissima – di TikTok, il social degli stacchetti musicali e dei balletti. O forse sarebbe meglio dire il social, a sorpresa, dell’attivismo politico. Ci sarebbe infatti la “Generazione Z” dietro il flop del primo, atteso, comizio elettorale di Donald Trump, comizio che il presidente americano ha voluto anticipare nonostante negli USA la situazione sanitaria del Covid-19 sia ancora fuori controllo.
Ad attendere Trump migliaia di posti vuoti
L’attuale inquilino della Casa Bianca, alle prese con le polemiche per la gestione dell’emergenza pandemica e per il pugno di ferro dimostrato nei confronti dei manifestanti che protestano a seguito dell’omicidio di George Floyd, sa bene di essere parecchio indietro nei sondaggi, per questo voleva riprendere il prima possibile la campagna elettorale.
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Possibilmente in una città amica, come sarebbe dovuta essere Tulsa, la città dell’Oklahoma che si è subito reso disponibile a mitigare le restrizioni anti-contagio per ospitarlo. Se non fosse che, alle spalle degli organizzatori, si è mossa la contestazione dei TikTokers. Migliaia di utenti hanno condiviso sul proprio profilo una idea tanto semplice quanto distruttiva, per chi, come Trump, vive di propaganda: prenotare un posto al Bok Center dove il presidente USA avrebbe parlato (i biglietti erano gratis), ma non andare. Il sistema ha registrato il tutto esaurito, Trump era convinto che avrebbe parlato di fronte al pubblico delle grandi occasioni, la città di Tulsa tirava un sospiro di sollievo perché il Coronavirus non sembrava bloccare a casa gli elettori… Senonché, quando le luci si sono accese e lo spettacolo ha avuto inizio, negli obiettivi della stampa sono finite centinaia di file desolatamente vuote. A seguire il comizio di Trump migliaia di seggiolini blu tirati a lucido, senza occupanti.
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Gli strateghi social del presidente si sono arrovellati e non poco nel tentativo di trovare l’inquadratura giusta che non desse la sensazione che la manifestazione fosse un flop, ma la stampa americana – fin troppo spesso nel mirino della Casa Bianca – si è invece concentrata proprio su quei posti vuoti. Anche se non ci fossero stati i giornalisti, la notizia sarebbe comunque uscita dallo stadio: qualche “spia” dei TikTokers presente in sala ha infatti rilanciato, via Facebook, Instagram e Twitter le immagini dello stadio tutt’altro che pieno, lanciando un messaggio assai inquietante per un presidente che ha fatto dei social il suo “studio ovale”: c’è una nuova forma di protesta non violenta che sta montando e potrebbe rivolgere contro Trump le sue stesse armi.