Chiara Sgarbossa, Direttore dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità, riassume i dati della ricerca dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano sulla Connected Care nell’emergenza Covid19
Passata la tempesta iniziale è ora di rimettere insieme i pezzi e capire cosa resterà dopo Covid-19. Sicuramente una sanità più digitale, come dimostra la ricerca dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano sulla Connected Care nell’emergenza Covid19, presentata oggi durante il convegno online “Connected Care ed emergenza sanitaria: cosa abbiamo imparato e cosa fare adesso?”. Se da una parte infatti l’emergenza Covid-19 ha messo a dura prova la sanità italiana, dall’altra, ha accelerato la trasformazione digitale e organizzativa verso un modello di Connected Care. Rivoluzionando strutture sanitarie, modus operandi di medici di medicina generale, comunicazione medico-paziente e in generale favorendo la telemedicina. Ne abbiamo parlato con Chiara Sgarbossa, Direttore dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità.
Professoressa Sgarbossa, durante la pandemia in che modo le strutture sanitarie si sono riorganizzate con l’aiuto delle soluzioni digitali? Quali sono stati i vantaggi e i limiti?
Durante questa fase di emergenza oltre la metà strutture sanitarie italiane hanno introdotto procedure organizzative per consentire ai dipendenti di lavorare in modalità agile e il 39% ha potenziato la collaborazione tra diverse strutture cliniche. Lo hanno fatto anche attraverso l’introduzione di strumenti digitali: il 39% delle aziende ha introdotto o potenziato le piattaforme di comunicazione e collaborazione, il 31% ha investito su strumenti per consentire lo smart working e il 30% ha fornito strumenti mobile al personale. Una delle conseguenze dello smart working è stata, tuttavia, la maggiore vulnerabilità delle aziende ad attacchi informatici, dovuta al fatto che molti lavoratori abbiano utilizzato reti non protette e strumenti e device personali. Il tema della Cyber Security ha rappresentato, secondo l’87% delle aziende sanitarie del campione, uno degli ambiti di criticità in questa fase di emergenza.