Piccoli robot in grado di assemblarsi per costruire robot più grandi. Un modo innovativo per progettare robot sempre più complessi, rendendo più economica la robotizzazione della nostra civiltà
Piccoli robot in grado di assemblarsi per costruire robot più grandi. È questa la novità in arrivo dai laboratori del Massachusetts Institute of Technology (MIT). In pratica partendo da un robot piccolo composto da cinque minuscole parti fondamentali, capaci di assemblarsi e scomporsi, si può arrivare a costruire un dispositivo più grande in grado di svolgere diverse funzioni, in base alle configurazioni dei mini-robot che lo compongono. Gli esperti di robotica del MIT sono convinti che questa invenzione possa cambiare per sempre il nostro modo di vedere e costruire robot.
Piccoli robot, grandi progetti
“È un modo fondamentalmente diverso di costruire i sistemi di robotica” ha spiegato il professor Neil Gershenfeld, uno dei protagonisti di questo innovativo progetto. Il nuovo sistema, infatti, potrebbe portare alla creazione di un insieme standardizzato di parti da utilizzare per assemblare facilmente e con un grande risparmio economico altri robot, adattandosi a una serie specifica di compiti. I mini-robot sono molto forti, tanto da poter sollevare fino a sette volte il proprio peso. Composti di appena cinque parti modulari, inclusi componenti rigide e flessibili, elettromagneti, una bobina e un magnete, riescono a replicare alcuni movimenti fondamentali come “camminare”, ma anche “girare una ruota dentata”. Ad ogni modo, il piccolo robot può riassemblarsi cambiando le esigenze specifiche o affrontando compiti diversi: tra cui strisciare, afferrare, spingere e in generale, eseguire attività senza necessitare di componenti complesse
Un ghepardo modulare
Piccola spesa, dunque, massima resa. Del resto, il MIT sta lavorando da tempo in questa direzione. Recentemente è stato presentato il mini-ghepardo, il più agile dei robot a quattro zampe finora assemblati: praticamente indistruttibile, velocissimo e capace di fare salti acrobatici. Il suo segreto? Ovviamente la modularità. Nel caso in cui un arto o un motore si dovesse rompere infatti, ogni parte può essere facilmente sostituita con un nuovo piccolo motore, con le stesse funzioni. “Potresti mettere insieme queste parti, quasi come Lego” ha detto lo sviluppatore capo Benjamin Katz, tecnico associato nel Dipartimento di Ingegneria Meccanica del MIT. E proprio questo concetto sta spingendo la ricerca sulla strada dei piccoli robot modulari che consentiranno di aggiungere sempre altre componenti per espanderne ulteriormente le capacità dei grandi robot, adattandosi così con estrema facilità a progetti assai diversi.
Per una robotica accessibile
Siamo ancora ai prototipi ma, secondo gli ideatori, questa soluzione porterà in futuro allo sviluppo di set di componenti robotici standardizzati: che consentiranno l’assemblaggio di robot specifici per ogni attività, senza la necessità di progettarne ogni volta di nuovi e specifici. Oltretutto, con nuove e intriganti possibilità in termini economici e di sviluppo. “Poiché si tratta di un processo diretto, non sono necessarie competenze avanzate e una catena di approvvigionamento complessa – continua Gershenfeld- Aiuterà a rendere la robotica accessibile alle persone”. Vedremo quanto tempo ci vorrà e quali e quante nuove funzioni saranno in grado di implementare Gershenfeld e il suo team, per definire un nuovo modo di progettare e costruire robot complessi.