I test sembrano promettenti. Ma queste creature potrebbero tornare utili perfino ai biologi
I robot non sono soltanto intelligenti, come dimostra quello che ha appena risolto il cubo di Rubik. Presto potremmo ammirare queste macchine su una pista d’atletica, magari in una nuova frontiera degli e-games: alcuni esemplari corrono già più veloci degli uomini. Robot alle Olimpiadi? È una boutade, ovvio, ma la tecnologia sta crescendo e permetterebbe a queste piccole creature di “competere” con i migliori atleti in circolazione. Ecco le più performanti scovate dal sito Popular Mechanics.
Robot da pista
Chi ha visto la serie Black Mirror potrebbe spaventarsi: PER, acronimo di Planar Elliptical Runner, è un robot che ricorda molto da vicino The Robot Dog, proatagonista (e cacciatore omicida) di una delle puntate più inquietanti. PER, invece, è soltanto un innocuo oggetto in grado di sfiorare i 20 km/h su un tapis roulant. Per fare un paragone è quasi la stessa velocità che ha mantenuto il corridore keniota Eliud Kipchoge, detentore del record della maratona ufficiale.
Sembra una ruota panoramica in miniatura (è alta 1 metro e 80 centimetri). IHMC ha battuto il record del mondo (robotico) di velocità detenuto dalla Cheetah, suo competitor realizzato dal MIT di Boston, che aveva toccato i 51 km/h. Vi fa ridere immaginarvi Big Hex – così hanno soprannominato IHMC – in batteria a fianco di Usain Bolt, pronti a sfidarsi a chi arriva prima al traguardo? In effetti ci sarebbe da ridere come hanno fatto gli ingegneri durante i test: il robot in questione sarà pur veloce, ma deve essere ancora collaudato per andare dritto…
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La robotica aiuterà i biologi?
Un altro robot parecchio veloce – 43 km/h – assomiglia a uno struzzo, animale che resta però ancora imbattibile per velocità con i suoi 70 km/h. FastRunner ha le zampe a forma di forchetta e richiama infatti gli uccelli abituati a correre. Ma la sua velocità non è l’unica qualità: grazie alle sue sembianze questa macchina potrebbe esser una delle soluzioni per studiare più da vicino le specie, avvicinandosi il più possibile ai loro habitat. Magari, un domani, i biologi potranno sfruttare anche queste tecnologie per osservare e capire il mondo animale.
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Il già citato Cheetah è stato il primo robot a battere il record (umano) di Usain Bolt, l’atleta che ha spinto sull’acceleratore correndo a oltre 37 km/h durante le Olimpiadi di Pechino del 2009. Questa macchina, sviluppata dal Massachusetts Institute of Technology, ha superato i 40 km/h. Chapeau. Per consolare l’atleta giamaicano bisogna specificare che tutti questi robot hanno fatto meglio di lui soltanto grazie all’assistenza dei migliori esperti di robotica.