L’idea a Cusano Milanino. Le stories, Facebook e YouTube fanno da “pulpito”. Anche così si riconquista la normalità
È possibile che, una volta rientrata l’emergenza Coronavirus, l’esperimento venga messo da parte. Ma l’idea di recitare messa su Instagram e sui social per venire incontro a tutti quei fedeli che non possono più entrare nelle chiese nel Nord Italia, fatte chiudere per evitare la diffusione di Covid 19, resterà tra le belle notizie di questi strani giorni. A Cusano Milanino, piccolo comune a nord del capoluogo lombardo, la parrocchia ha iniziato a pubblicare post sul canale Instagram (@ChiesaDiCusano) in cui invitava tutti i fedeli a collegarsi sui vari profili social per seguire la messa. Tanti contenuti che vogliono dare un pò di serenità, soprattutto alle persone più deboli e isolate.
© Fonte: profilo Instagram Chiesa Di Cusano
Messa social
«La Comunità cristiana va oltre i confini delle mura delle sue chiese o dei cancelli dei suoi oratori», si legge sulla pagina Facebook della Chiesa di Cusano Milanino, sulla quale la parrocchia ha elencato tutte le piattaforme dove è possibile seguire messa in un momento insolito e delicato soprattutto per le persone anziane. «Ho chiesto ai più giovani di aiutare i loro nonni con i telefonini», ha detto al Corriere della Sera Don Fabio Zanin (molto attivo sui social), che nel piccolo comune del Milanese ha orchestrato questa soluzione social.
Leggi anche: Coronavirus, in caso di emergenza si può pensare a una scuola online?
https://www.instagram.com/p/B89GlougMX8/
© Fonte: profilo Facebook Chiesa di Cusano
Oltre a Instagram e Facebook, la Chiesa di Cusano Milanino ha scelto di utilizzare anche il proprio canale YouTube per trasmettere la messa. Nulla di rivoluzionario, certo, ma senz’altro utile in un tempo di emergenza come quello che stiamo vivendo, dove non è facile garantire un palinsesto televisivo che colmi il vuoto nelle chiese. Notizie come queste fanno proprio da contraltare alle scene da panico a cui molti hanno assistito in questi giorni, con supermercati razziati e code che hanno spinto perfino il sindaco di Milano, Beppe Sala, a commentare. «Al posto di correre per accaparrarsi gli alimenti – ha detto il primo cittadino – pensiamo a chi è più in difficoltà. Una società matura e sensibile si comporta in questo modo».