ArcheoROV è il primo drone acquatico low cost, comandato da remoto e totalmente made in Italy. Oltre a monitorare lo stato di salute delle acque, può anche studiare il comportamento degli animali marini e scattare fotografie nell’acqua, per ricerche sui fondali e documentari
ArcheoROV è un drone sottomarino stampato in 3D creato per riuscire a perlustrare alcune delle aree più difficili e rischiose per l’esplorazione subacquea. Realizzato tra le montagne del Trentino, è frutto della collaborazione tra un team di archeologi open-source, l’Arc-Team di Cles, e l’innovativo makerspace WitLab di Rovereto. Eccolo all’opera:
Economico e amico dell’ambiente
Sviluppato nell’ambito di Progetto Manifattura, l’incubatore green di Trentino Sviluppo, è il primo drone acquatico made in Italy comandato da remoto. Leggero (anche nel prezzo) e portatile, potrà essere utilizzato per la ricerca scientifica, per monitorare lo stato di salute dei fondali e documentare la vita in fondo al mare. «Il nostro progetto – racconta Andrea Saiani del WitLab, ideatore di ArcheoROV insieme a Emanuele Rocco – nasce per la tutela, scoperta e gestione dei reperti archeologici sottomarini, come si evince anche dal nome». Come ricorda però lo stesso Rocco, potrà contribuire anche alla battaglia contro i rifiuti in mare e per la tutela delle specie marine e dell’ecosistema subacqueo in generale. «Il drone svolge un lavoro importante per la pulizia dei fondali», spiega. «Depositi di rifiuti, smaltimento illegale, ed i versamenti possono essere facilmente individuati grazie ad ArcheoROV». Per questo è previsto uno sconto per le associazioni ambientali interessate a utilizzarlo.
Tecnologia open source
Inoltre, per mantenere bassi i costi e condividere le possibilità di ricerca subacquea, si è deciso di ricorrere a un sistema completamente “open”: dal software all’hardware, un piccolo computer di bordo BeagleBone Black. Ognuno può trovare la sua configurazione ideale. Amatori e addetti ai lavori potranno così aggiungere ulteriori strumenti «per analizzare ancora altri dati, come un termometro, un PH tester, uno scanner 3D o altri accessori». ArcheoROV è composto di due parti: il corpo principale ospita le batterie e due telecamere. Ha un’autonomia di cinque ore e si muove grazie all’uso di tre motori. Al drone è agganciato poi un piccolo dispositivo che riceve segnali di controllo. In futuro il ricevitore dovrà essere integrato nel corpo principale. I ricercatori stanno anche cercando di aggiungere funzioni di localizzazione simultanea e mappatura per immagini (SLAM), utilizzando la telecamera Xbox Kinect come “occhio digitale”.
Comandato a distanza
Per esplorare declivi sottomarini, grotte e relitti dunque, non ci sarà più bisogno di immergersi, ma lo si potrà fare stando comodamente seduti a riva. ArcheoRov può infatti essere controllato comodamente attraverso una boa wi-fi opzionale. Da qui il suffisso “ROV” che sta per Remotely Operated Vehicle. «ArcheoROV è stato già testato con ottimi risultati – spiega Rocco – prima nel lago di Mandrone, per studiare i resti di una barca in legno affondata poco dopo la prima Guerra Mondiale e poi in Sardegna, in acque profonde». Il dispositivo del WitLab ha suscitato l’interesse di biologi, archeologi, associazioni per la protezione dell’ambiente e addirittura proprietari di hotel, che intendono utilizzarlo per rendere accessibili le meraviglie dei fondali anche a turisti che non vogliono (o possono) immergersi. Non solo. Anche numerosi fotografi e videomaker specializzati sul mondo acquatico sono pronti ad usarlo per il loro lavoro.
Pronta una campagna di crowdfunding
Perché tanta richiesta? Innanzitutto, questo drone subacqueo made in Italy ha dimensioni ridotte: pesa sei chili, contro i circa ottanta chili dei suoi competitor ed è dunque facilmente trasportabile. Può raggiungere una profondità di 100 metri, ma Saiani e Rocco sono già al lavoro su un modello che riesca a spingersi fino a 500. Inoltre, la sua guida non presenta grandi difficoltà e non richiede un patentino, come invece i droni aerei. Entro l’estate verrà lanciata una campagna di crowdfunding su Kickstarter per raccogliere i fondi necessari ad avviare la produzione. E come per le dimensioni, anche il prezzo è ridotto. Parliamo di 2500 euro: circa un decimo rispetto ad altri prodotti simili in commercio.