Si chiama Hywind Scotland ed è in grado di generare 30 MW di energia, al 100% pulita e rinnovabile, sufficienti per soddisfare il fabbisogno di circa 20mila abitazioni
A largo di Peterhead, a circa 25 Km di distanza dalla costa scozzese, è entrato in funzione il primo parco eolico marino galleggiante del mondo. A circa un anno di distanza dalla realizzazione del primo impianto sottomarino per la produzione di energia elettrica, il palcoscenico giusto per lo sfruttamento delle energie rinnovabili è dunque ancora la Scozia, grazie alla partnership siglata tra l’azienda norvegese Statoil e l’araba Masdar.
La struttura, battezzata Hywind Scotland, è composta da cinque enormi turbine in grado di generare 30 MW di energia, al 100% pulita e rinnovabile. Un quantitativo sufficiente a soddisfare il fabbisogno di circa 20mila abitazioni. Quando la rete non è in grado di assorbire l’elettricità poi, questa viene immagazzinata da batterie al litio con una capacità di stoccaggio pari a quella di due milioni di iPhone.
Enormi turbine ancorate al fondale
«Hywind può essere utilizzato per profondità fino a 800 metri, permettendo così di essere applicato in aree fino ad oggi inaccessibili per il vento offshore», ha raccontato Irene Rummelhoff di Statoil. Le turbine infatti, sono ideate per essere installate in acque con una profondità che varia dai 120 agli 800 metri, valori difficilmente raggiungibile dai parchi eolici offshore, che già a profondità superiori a 50 metri risultano essere molto costosi.
Ogni pala dell’Hywind Scotland invece raggiunge un’altezza complessiva di 253 metri – di cui “solo” 78 emergono in superficie – ed è ancorata al fondale tramite l’impiego di pesanti catene da 1200 tonnellate. «La lezione data da Hywind Scotland – spiega Rummelhoff – aprirà la strada a nuove opportunità di mercato globali per l’energia eolica offshore galleggiante».
Prossime tappe: Giappone, Hawaii e California
L’impianto scozzese rappresenta dunque una sorta di progetto pilota. Già per il 2018 si prevede di migliorare la gestione dell’energia, grazie all’implementazione di una nuova batteria al litio da 1MWh denominata Batwind. Nei prossimi anni poi, Statoil intende ottimizzare la fornitura, portando il costo dell’energia prodotta fino alla soglia di 40-60 euro per 1 MWh entro il 2030.
L’avvio del progetto è stato possibile solo grazie al sostegno del governo scozzese che – in linea con la direttiva sulle energie rinnovabili, che impone un obiettivo del 30% di energia da fonti pulite entro il 2020 – ha stanziato gli oltre 220 milioni di euro necessari per la realizzazione dell’impianto.
In programma c’è già la costruzione di altre centrali eoliche offshore galleggianti al largo delle coste scozzesi, con l’obiettivo di rendere il territorio sempre più indipendente dalle fonti tradizionali e inquinanti. Non solo. Statoil sta guardando anche fuori dai confini europei: Giappone, Hawaii e California sono già stati selezionati come possibili nuovi siti per le sue turbine galleggianti.