L’inventore francese aveva già provato a raggiungere il Regno Unito dall Francia a bordo del particolare hoverboard di sua invenzione, ma il primo tentativo era fallito. Ora può festeggiare il successo che avrà importanti implicazioni future nelle tecnologie militari
Ci sono voluti due tentativi e anche un non proprio piacevole fallimento di risonanza internazionale, ma Franky Zapata è riuscito nell’impresa a cui lavorava da tempo: il 4 agosto ha attraversato il canale della Manica con il suo speciale mezzo, il Flyboard, un particolare tipo di hoverboard a propulsione di sua stessa invenzione. Al di là del risvolto spettacolare di uno strumento che di fatto rende l’uomo volante, il sogno realizzato da Zapata apre nuove frontiere nei trasporti e nel controllo del territorio. In particolare per l’uso che l’esercito francese potrebbe fare di questa tecnologia sulla quale ha investito il ministero della Difesa di Parigi direttamente, con un assegno di sviluppo del valore di 1,3 milioni di euro.
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La scommessa della Difesa francese
Zapata ci ha messo circa 20 minuti per raggiungere il Regno Unito dalla Francia. E pensare che fino a poco tempo fa l’aviazione civile francese gli aveva negato l’autorizzazione a volare. La sua sorte e quella dell’hoverboard sono cambiate quando il ministro della Difesa francese Florence Parly ha deciso di scommettere con fondi pubblici su questo progetto. Non è difficile immaginare le diverse frontiere che un’invenzione del genere può aprire soprattutto nel settore della difesa e sicurezza. Lo scorso 14 luglio, durante la tradizionale parata a Parigi per la presa della Bastiglia, Zapata aveva fatto una dimostrazione di come potrebbe essere un soldato volante, volando sugli Champs–Élysées con in mano un fucile. Aveva così lasciato a bocca aperta i vari leader presenti, compresi il presidente francese Emmanuel Macron e la cancelliera tedesca Angela Merkel e convincendo molti dell’efficacia strategica della sua invenzione.
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I soldati volanti
I tre anni passati in laboratorio dall’inventore francese, gli incidenti subiti che gli sono costati anche due dita a causa di una turbina, il lavoro della sua azienda, la Z-Air, potrebbero quindi essere ripagati: il Flyboard potrebbe presto smettere di essere semplicemente un tentativo visionario – seppur riuscito – di far volare un uomo appena sopra il pelo dell’acqua per cira 35 chilometri, a una velocità di circa 160-170 chilometri orari e sfidando con il corpo la resistenza dell’aria. L’utilizzo del flyboard potrebbe permettere la creazione di piattaforme logistiche o di assalto volanti che potrebbero rivoluzionare la tipologia di controllo e intervento dei militari in scenari di guerra.
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Dal Flyboard all’automobile volante
Andranno certamente superati alcuni limiti che il mezzo al momento ha, perché sia affidabile ed efficace nel suo utilizzo futuro: ad esempio andrà migliorata l’autonomia visto che serbatoi di cui è attualmente dotato non consentono di contenere carburante sufficiente per voli superiori ai 10 minuti. Franky Zapata e il suo team, però, sembrano intenzionati a superare ogni ostacolo. Hanno già dimostrato grande tenacia ricostruendo praticamente il mezzo dopo la caduta nella Manica del 25 luglio. E ora, ispirati dal loro leader, pensano già a progetti ancora più avventuruosi come quello dell’automobile volante.