Italia, Germania e Francia siglano un accordo per sviluppare, entro il 2025, un drone europeo (categoria MALE) capace di raccogliere dati e informazioni per l’Unione Europea.
Una lettera d’intesa per costruire un drone militare che sorvoli, in futuro, la vasta area mediterranea. Un miliardo di euro l’investimento potenziale. Due anni di lavoro per studiarne fattibilità, costi, caratteristiche e design. Tre nazioni coinvolte e tre ministri firmatari: Italia (Roberta Pinotti), Francia (Jean-Yves Le Drian) e Germania (Ursula von der Leyen). Dieci anni (2025) per raggiungere quest’obiettivo. Questi sono i numeri che descrivono quello che è avvenuto nella giornata di ieri, a Bruxelles, al termine di un incontro tra i Ministri degli Esteri e della Difesa dei ventotto paesi della Ue. E non si tratta di un’iniziativa chiusa: «Siamo aperti a chiunque voglia unirsi a noi» ha detto Le Drian «Oggi siamo tre, domani forse saremo più numerosi». Si parla già dell’adesione imminente di Spagna e Polonia.
Il Drone (della famiglia “MALE”)
Il Drone, con grande probabilità, apparterrà alla famiglia MALE, ovvero velivoli a lungo raggio che hanno un’autonomia superiore alle 24 ore e che si alzano tra i 3000 e i 9000 metri (Medium Altitude/Long Endurance). Droni che solitamente la Ue acquista dagli Stati Uniti o da Israele e che sono diversi da quelli che siamo abituati a vedere normalmente. Il loro compito principale sarà quello di monitorare il territorio e di raccogliere big data e informazioni utili. I tre firmatari non hanno rilasciato dichiarazioni per quanto riguarda, invece, eventuali usi bellici in caso di necessità.
Sono tre le aziende interpellate per il progetto: Airbus Group, Dassault Aviation e Alenia Aermacchi (controllata di Finmeccanica). «Il sistema aereo non pilotato di classe MALE di nuova generazione rappresenta un cambio di passo decisivo per l’agenda della Difesa e della Sicurezza europea» commenta Mauro Moretti (Ad di Finmaccanica) «Questa iniziativa costituisce un’opportunità unica per seguire un percorso tecnologico comune basato su consolidate leadership industriali che contribuiscono ad un unico obiettivo».
Alenia Aermacchi
In questo nome è racchiuso l’intero sviluppo aeronautico di Finmeccanica. Ma la sua storia è molto più antica, addirittura centenaria. Nel 2013, infatti, nacque la Società Anonima Nieuport-Macchi che nel secolo scorso è stata una delle protagoniste internazionali del settore. Oggi dà lavoro a circa 12.000 persone e, grazie ad accordi con altre realtà europee, continua a creare e sviluppare tecnologie. Come quelle che riguardano i droni.
Per alimentare questa vocazione per l’innovazione, nel 2004, è stato istituito un premio per dipendenti che mira a ricercare, proporre e sviluppare nuove idee. Progetti che spesso sono diventati brevetti e che hanno contribuito a scrivere le pagine del presente e del futuro dell’aeronautica italiana. Un esempio? L’ultime edizione è stata vinta da un sistema termografico per la rilevazione di difetti nelle strutture aeronautiche in materiale composito: un’ispezione termografica, basata sull’utilizzo di termo-camere e di sistemi di scansione, acquisizione ed elaborazione software, che consente di quantificare con precisione i difetti nella struttura e di ridurne i costi di verifica.