Printocho è un gioco interattivo fra arte, design e robotica che stimola l’interesse e lo spirito creativo dei più piccoli, per insegnarli a progettare e realizzare i propri robot, programmandoli.
Printocho è uno dei progetti più interessanti tra i tanti che i makers di tutto il mondo stanno realizzando con Arduino. Realizzato in un fablab spagnolo, Printocho è un gioco interattivo che unisce al mondo dei giocattoli da costruzione – i nostri cari e “vecchi” Lego – elementi di programmazione, design e robotica. Un robot educativo quindi, ma realizzato in base a un’accurata miscela di arte, gioco, tecnologia, e che vuole introdurre le nuove generazioni al mondo degli automi, dell’open source e della stampa 3D.
Ispirato alla fiaba di Pinocchio, è stato mostrato al pubblico durante il Festival Internazionale di burattini e marionette della città di Tolosa. L’illustratore 3D e designer spagnolo Raùl Real ha impiegato più di sei mesi per completarne il progetto. Ma prima ancora della fiaba del burattino più famoso del mondo, l’ispirazione gli era arrivata dai “Jovenes inventores”. “Sono gli organizzatori di laboratori per bambini a base di robotica e programmazione”, spiega Real. “Mi hanno chiesto di aiutarli a progettare un robot per i loro workshop, che potesse essere facilmente stampato in 3D”.
L’intento è chiaro fin da subito. Attraverso la costruzione, la programmazione e l’utilizzo di macchine “intelligenti”, si vogliono realizzare percorsi educativi che incoraggino nei più piccoli la sperimentazione e la progettualità. Imparare divertendosi, insomma. “L’idea originale”, continua il designer, “era quella di reinterpretare il concetto classico di robot e avvicinarlo al mondo dell’arte e dei giocattoli costruibili, che alla fine combinano arte, design, tecnologia, apprendimento e gioco in un solo oggetto, utilizzando la stampa 3D come strumento”. Printocho è il primo prototipo di un piccolo robot realizzato con una stampante 3D, il cui scopo principale è quello di introdurre i bambini alla programmazione Arduino, al design e alla stampa 3D. E come tutti i progetti Arduino, sarà pubblicato in open source e messo a disposizione di chiunque abbia la passione e la voglia di dare una dimensione concreta alle proprie idee.
Come ti costruisco un robot fatto in casa
Per dare vita al prototipo originario sono stati necessari LED e sensori di luce, quattro piccoli servomeccanismi, una scheda Arduino UNO ed una stampante 3D. Oltre a connettori, cavi e materiali per la stampa. Una volta realizzati tutti i pezzi in 3D e assemblato il robot, quest’ultimo è stato programmato in maniera molto semplice. L’automa infatti dovrà compiere una serie di movimenti che prendano in considerazione il tempo di esecuzione e… il suo naso!
“Printocho viene avviato tramite un sensore luminoso posto sul naso”, spiega il suo creatore. “Quando si avvicina la mano o semplicemente viene toccata la punta del naso, il robot reagisce ed esegue il ciclo di movimenti che erano stati precedentemente programmati”.
Ci sono quattro mini meccanismi che creano i movimenti indipendenti della testa, della vita e delle braccia. Movimenti semplici, ma che contribuiscono a rendere il robot espressivo. Inoltre, gli occhi sono costituiti da due LED programmati per lampeggiare in modi diversi, donando così ancora maggior espressività al robot. E poi? “E poi, Printocho viene collegato alla corrente in modo che possa rimanere acceso tutto il giorno, in attesa di qualcuno che voglia interagire con lui”.
Dalla stampa 3D al movimento il passo è breve.
Si tratta di un progetto in divenire. Raùl Real è attualmente al lavoro per allargare la famiglia di Printocho e affinarne il design. “L’idea iniziale” – confida – “era introdurre i bambini alla programmazione di Arduino in modo interessante. In seguito, ho trovato utile iniziare ad insegnare loro anche qualcosa sul mondo del design, in modo che potessero ideare e progettare nuove parti per il loro robot, immaginando nuove personalità, scambiandosi idee e risultati e promuovendo così il lavoro di squadra”.
La filosofia open source di Arduino e, più in generale, l’universo dei makers promette così di cambiare la concezione del gioco, rendendolo sempre più interattivo e istruttivo. Anche in Italia, Fablab e Coderdojo sono ormai pronti ad esplorare i nuovi orizzonti della robotica educativa. Presto dunque, i bambini potranno costruire i loro robot partendo dalle materie prime, solo grazie ad una stampante 3D. E non solo fabbricarli, ma anche programmarne movimenti e altre interazioni col mondo esterno. Con la soddisfazione finale, come ci dice Real, “di avere un robot che lavora nelle loro mani, progettato e realizzato da loro stessi”.
Secondo il think tank statunitense Sparks&Honey, la generazione Z – quella degli iperconnessi – ha ormai soppiantato i cosiddetti nativi digitali, cresciuti a pane e bit. I nuovi ragazzini terribili di oggi, i “mobile born”, ancor prima di imparare a camminare sanno già muoversi con agilità su smartphone e tablet. E per loro, che necessitano sempre di qualcosa di diverso per stimolare interessi e spirito creativo, si apre un orizzonte nuovo da esplorare e “costruire”.
Post scriptum: Per saperne di più su Arduino e la sua storia potete leggere qui su Make in Italy