Sveglia all’alba e regole ferree da rispettare: i 40 ragazzi della startup agritech hanno completato in tempi record il primo step. Luigi Galimberti: “Loro sono il nostro valore aggiunto. Amplieremo il team con nuove assunzioni”
Passa il tempo eppure Sfera non smette mai di stupire. A meno di sei mesi dalla posa della prima pietra di Sfera-Waterfood, nella serra ipertecnologica di Gavorrano (Grosseto) hanno già trovato spazio oltre 22mila piantine di pomodoro datterino, trapiantate nel terreno del primo lotto di 2 ettari e mezzo.
Un’operazione realizzata in tempi record (4 ore dallo scarico alla messa a terra) e sotto lo sguardo attento di Luigi Galimberti. Il lavoro, ovviamente, è ancora molto, ma il primo passo è stato fatto.
Sfera, la serra ecosostenibile
Sono, infatti, ben 13 gli ettari di terreno occupati da questa serra ecosostenibile, la prima nel suo genere. La tecnica idroponica permetterà di produrre ortaggi utilizzando il 10% dell’acqua e del terreno necessari in un campo all’aria aperta, con una resa fino a 15 volte superiore. Mentre l’innovazione dei processi permetterà di soppiantare la manipolazione genetica, senza ricorrere ai pesticidi.
Un progetto a bassissimo impatto ambientale, grazie al recupero delle acque piovane, alla riduzione del consumo energetico fino al 75% e all’utilizzo di insetti antagonisti per combattere i parassiti. Tanto che gli investitori interessati non si sono fatti attendere e Sfera lo scorso anno ha chiuso un round da ben 7 milioni di euro con vari soggetti tra cui Oltre Venture.
Sfera è stata tra le 10 finaliste di StartupItalia! Open Summit il 18 dicembre.
Una giornata intensa di lavoro
Sveglia presto e via in cantiere. Così alle 5.30 è iniziata la giornata per i 40 ragazzi che fanno parte del personale di Sfera. Sul posto, intanto, già li aspettavano due tir contenenti le 22mila piantine pronte per il trapianto. Un’operazione da effettuare con massima precisione e rigore: il lotto è stato chiuso e sterilizzato nei giorni precedenti e per entrare era necessaria una procedura di trattamento igienico. Regola da rispettare anche per passare da un filare all’altro, così da evitare il trasferimento di agenti patogeni all’interno della serra.
Uno dei momenti chiave della giornata: lo scarico delle 22mila piantine di pomodori
Bisogna, infatti, ricordare che Sfera ha deciso di bandire ogni trattamento chimico dai propri prodotti. Premura sicuramente apprezzata da consumatori e partner della distribuzione organizzata, ma per nulla facile da realizzare. “È stato il nostro personale a darci la soddisfazione più grande”, ha spiegato lo stesso Galimberti, “perché il valore che Sfera genererà dipende proprio da loro. A questi primi 40 ne seguiranno altri 90 che nei prossimi mesi arricchiranno il team. I colloqui infatti continuano senza sosta”.
Il perché dei pomodori
Anche la scelta dell’ortaggio da trapiantare non è stata poi casuale.
“La toscana è famosa per il suo pomodoro che, per il 90%, viene coltivato e poi utilizzato per produrre conserva”, ci spiegano da Sfera. “Solo pochi ettari sono destinati alla produzione del pomodoro da mensa – come può essere definito il pomodoro datterino – determinando un’alta percentuale di importazione di questo, sia dalle regioni del sud Italia che da Olanda e Spagna. Da oggi, però, i numeri grazie a Sfera inizieranno a cambiare”.
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