Le zone calde del mondo riprodotte in realtà virtuale per addestrare le truppe statunitensi a possibili azioni sul campo. È l’ultima frontiera della simulazione bellica. Con i database online è possibile ricreare la Corea del Nord in 3 giorni
Non è la prima volta che sentiamo che le truppe statunitensi si allenano all’azione usando i videogiochi. In passato le reclute giocavano a Doom, Quake e Call of Duty, con Synthetic Training Environment, però, le cose si fanno serie, perché permette di creare una trasposizione fedele, in scala 1:1, del Paese in cui si svolgerà l’azione militare, così da preparare al meglio i militari in caso di chiamata alle armi.
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Livelli di fedeltà mai visti
Una delle novità maggiori del Synthetic Training Environment è che sarà un “videogame” in realtà virtuale unico e interconnesso, permettendo quindi alle reclute di condividere l’esperienza sul campo di battaglia, interagendo tra loro. Una volta messo a punto, Synthetic Training Environment manderà in pensione l’Integrated Training Enviroment (Ite) sfruttato oggi dalle divisioni statunitensi, perché al nuovo sistema basterà attingere da database pubblici, come Open Street Map, per ricreare virtualmente la porzione di mondo che interessa.
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Saranno gli algoritmi a fare tutto il lavoro
Grazie ai dati della Standard Shareable Geospatial Foundation sarà invece possibile replicare la conformazione mineraria del terreno, sottosuolo incluso, mentre attingendo dai database meteorologici verranno replicate le condizioni climatiche proprie dell’area. Tutto sarà poi incrociato con le fotografie satellitari e con le risultanze dei rilevatori termici. Nulla, insomma, sarà lasciato al caso e tutto verrà replicato fedelmente. Secondo quanto riporta la testata New Scientist in un dialogo con Mike Enloe, l’ingegnere capo della base militare di Fort Leavenworth, in Kansas, in una delle ultime simulazioni “Ste”, nome in codice di Synthetic Training Environment, sarebbe riuscito a ricreare la Corea del Nord in appena 3 giorni. Con il vecchio sistema, sarebbe occorso oltre un anno agli sviluppatori per ricreare il regno di Kim Jong Un.
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Insomma, non saranno più gli sviluppatori a procedere con la creazione del mondo di gioco perché il lavoro verrà svolto da un algoritmo capace di fondere milioni di dati differenti, dando loro un senso. Questo, dicono gli esperti dell’esercito USA, permetterà di risparmiare in media dai 9 ai 12 mesi, abbattendo anche i costi di sviluppo. L’idea, già accarezzata nel recente passato da alcune software house per la creazione di alcuni videogames “puri e semplici” capaci di presentare mappe virtuali incredibilmente particolareggiate, sembra dunque che troverà applicazione per la prima volta in campo bellico.