A Padova abbiamo raccolto dagli speaker presenti a Edison Pulse Day alcuni consigli ed esperienze che potrebbero essere utili sia alle startup che vorrebbero candidare il proprio progetto alla call sia, soprattutto, a chi sta muovendo i primi passi nell’ecosistema. Prossima tappa il primo marzo, a Torino
Una call for startups, Edison Pulse, che è anche un roadshow, Edison Pulse Day, un giro d’Italia in 5 tappe per attrarre i talenti del territorio e metterli in contatto diretto con aziende e con esempi di successo, con i campioni dell’ecosistema. In palio non ci sono solo i 200 mila euro con cui Edison premierà i vincitori, ma un programma di incubazione e supporto in un acceleratore di impresa, una campagna di comunicazione e, non ultima, l’open innovation, ovvero la possibilità di avviare partnership con la multinazionale dell’energia.
Che tipo di startup cerca Edison
Edison sta cercando startup e idee in ambito di:
- Energia, per le soluzioni innovative nell’ambito di produzione, stoccaggio, energia rinnovabile ed efficienza energetica, oppure delle smart city;
- Smart Home, per i progetti di gestione intelligente dell’ambiente domestico (Internet of things);
- Consumer, per le soluzioni innovative di vendita, customer care e coinvolgimento dei consumatori B2B e B2C, oppure per le soluzioni avanzate di eCommerce;
- Ricostruzione Sisma, rivolta alle sole imprese sociali e destinata alle idee e ai progetti per il recupero e la gestione della ricostruzione delle aree del Centro Italia colpite dal terremoto dell’agosto 2016, nonché alla valorizzazione delle filiere produttive locali e alla promozione culturale e turistica.
Consigli dai protagonisti della prima tappa
La prima delle tappe del roadshow Edison Pulse Day si è tenuta a Padova, e lì abbiamo raccolto dagli speaker presenti consigli ed esperienze che potrebbero essere utili sia alle startup che vorrebbero candidare il proprio progetto sia, soprattutto, a chi sta muovendo i primi passi nell’ecosistema.
Mattana (Edison): «Alle startup non servono solo i soldi»
«Edison è la più antica startup dell’energia in europa», dice Fabrizio Mattana. «Se perdiamo il contatto con l’innovazione, con i segnali che arrivano dall’esterno, dai nostri clienti soprattutto, rischiamo di restare fuori dal mercato». Per il manager di Edison, «è importante la cooperazione tra l’azienda, le università e le startup. La startup non ha solo bisogno dei soldi per funzionare, le idee non hanno solo bisogno dei soldi per funzionare, hanno bisogno di contatti con le aziende».
Cogo (Veneto Digitale): «I nostri fablab sono diventati incubatori»
Gianluigi Cogo invita a conoscere bene (e sfruttare) i Fondi strutturali europei: «In questo momento l’Italia ha bisogno di sfruttarli al massimo. In un mondo così innovativo, fatto di maker che però non hanno nessun approccio con la burocrazia farraginosa, noi facciamo molto sportello per le imprese che accedono a questi fondi. Quando hanno imparato, conoscono i piani operativi, accedono anche ad altri fondi. Oggi 7 dei 18 fablab che abbiamo finanziato, attraverso sempre il piano operativo regionale hanno avuto modo di accedere ad altri 300 mila euro di ulteriori fondi, per diventare loro stessi incubatori di nuove startup. Diventano facilitatori del facilitatore».
Pandian (Supermercato24): «Vi chiuderanno molte porte in faccia. Non mollate»
Per il founder di Supermercato24 Enrico Pandian, «quando fai imprese hai bisogno di prendere decisioni. Magari spesso non avrai tutti gli elementi necessari per valutare ma devi avere il coraggio di prendere comunque una decisione e andare avanti. Quando le cose non vanno bene bisogna avere molto più coraggio, pensare anche che quando si fa un’imprese si inizia a trascurare la famiglia, gli amici. Quello che fa un imprenditore è creare una vera e propria rivoluzione, ci saranno tantissime porte in faccia ma le persone capiranno che quello che stai portando avanti serve».
Dusi (Emozione3): «Capire quali errori ti hanno fatto fallire»
E’ Veneto anche il founder di Emozione3, l’ex startup di Verona che un anno fa ha fatto l’exit ai concorrenti di Smartbox. Dusi parla della cultura del fallimento: «Fallire non è mai bello, anzi, ci vuole del tempo anche per risollevarsi. Ma ci sono delle lezioni da imparare, e capire dagli errori degli altri. La ricetta del successo? Ci sono sempre gli ingredienti ma non si sa come usarli. Ci sono delle cose che portano sempre al fallimento, ad esempio scegliere un partner non adatto con cui far partire l’iniziativa, un prodotto che non è adatto al mercto di riferimento, l’incapacità dei founder. Le motivazioni ci sono, basta cercarle».
Prossima tappa Torino
La seconda delle cinque tappe del tour Edison si terrà l’1 marzo 2017, a Torino, nel Salone d’Onore della Facoltà d’Architettura del Politecnico. La partecipazione all’evento è gratuita, basta iscriversi a questo indirizzo.