Mentre a Cremona proseguono i test su strada, la startup ha già trovato un importante partner strategico. È la multinazionale dell’automotive che punta su hi-tech e sistemi integrati per le smart city del futuro
Quando un’idea è davvero innovativa, sarà il successo stesso a bussare alla sua porta. Un po’ quello che è accaduto a Yape (Your Autonomous Pony Express), il sistema di consegne a guida autonoma nato nella “Fabbrica di Imprese” di e-Novia. Il periodo di test su strada effettuati a Cremona non è ancora terminato che già si è fatto avanti un investitore fermamente deciso a puntare sul prodotto con ben 6 milioni di euro.
Il partner strategico dell’innovativo progetto è Eldor Corporation, multinazionale dell’automotive con 5 centri produttivi che ha sempre fatto dell’hi-tech uno dei suoi punti di forza. Il Gruppo lombardo contribuirà con finanziamenti e know-how a sostenere Yape nella sfida alla guida autonoma e all’integrazione dei sistemi connessi nelle smart city.
“Da una parte il gruppo Eldor, industria italiana di livello internazionale. Dall’altra una startup che rappresenta una delle migliori espressioni dell’ingegneria ‘made in Italy’ capace di coniugare insieme sensing, reasoning e acting”, spiega il CEO di e-Novia, Vincenzo Russi. “L’incontro di queste due realtà è in grado di mostrare un’eccellenza che si confronta con gli esempi più evoluti e innovativi al mondo. Portando le nostre imprese a partecipare a quelle sfide tecnologiche che vedono nella Silicon Valley la massima concentrazione di investimenti e competenze”.
Il progetto Yape
Il robot di Yape è capace di muoversi negli spazi stretti e irregolari delle città con un’autonomia di circa 80 km. Viaggia su due ruote dotate di motori elettrici autonomi che minimizzano il consumo di energia massimizzando l’agilità di movimento. Può effettuare rotazioni sul posto e superare facilmente ostacoli come le rampe dei marciapiedi o le rotaie del tram.
Yape sa anche evita gli ostacoli grazie a una rappresentazione digitale aumentata dello spazio urbano. Sfruttando sia i propri sensori (videocamere e laser), sia l’interazione con i sensori installati in città, ad esempio ai semafori per monitorare il traffico, genera una mappa virtuale che permette di rilevare (ed evitare) incidenti, buche, cantieri e altri ostacoli o rischi lungo il percorso dal mittente al destinatario del pacco. Il tutto molto semplice da usare grazie a una app collegata a una piattaforma di gestione. L’utente può chiamare il robot sotto casa propria e affidare il pacchetto al suo vano porta pacchi. Per spedire basta indicare l’indirizzo di destinazione, o scrivere semplicemente a quale persona è destinato, lasciando al GPS il compito di rilevarne la posizione. Alla consegna, il destinatario sarà abilitato all’apertura del vano soltanto con un sistema di face recognition.
“Con questo investimento dimostriamo ancor di più di voler affrontare da protagonisti la sfida che oggi porta all’incontro tra grande industria e la più avanzata tecnologia proveniente dai Politecnici e Atenei universitari”, ha commentato il presidente e CEO di Eldor Corporation, Pasquale Forte. “Stiamo ponendo le basi per un modello industriale 4.0 e un nuovo sistema di Open Innovation che riconosce, in modo fattuale, il valore delle giovani imprese innovative che portano con sé nuove idee e competenze distintive”.
Il sistema di consegna è basato sulla face recognition che abilita il destinatario al ritiro del pacchetto