La piattaforma rivale dell’ex Twitter si vuole tutelare dai rischi fake news?
Il Washington Post ha rivelato che su Threads, il social neonato in casa Meta per sfidare X (l’ex Twitter) di Elon Musk, non è possibile effettuare ricerche su alcune parole chiave come covid e vaccini. La misura, secondo quanto poi motivato dalla società di Mark Zuckerberg, sarebbe temporanea. Non è comunque la prima volta che sulle piattaforme si discute sull’utilizzo di determinate parole: durante la pandemia su Facebook qualsiasi post avente come oggetto il coronavirus o i vaccini veniva bollato con un etichetta che avvisava sui rischi legati alla disinformazione. Ricordiamo che Threads non è ancora disponibile in Italia e in molti Paesi europei.
La scelta di Meta di bannare parole (e di conseguenza contenuti) riguardanti covid e vaccini è ancora più draconiana perché toglie dal dibattito sulla piattaforma qualsiasi tipo di post. Nulla di più diverso da X, dove Elon Musk ha scelto per la linea opposta (e altrettanto criticabile) a tutela del free speech. Secondo alcuni osservatori, alla luce di questa modalità anti censura, l’ex Twitter si sarebbe riempito di contenuti incendiari o falsi.
A poco più di un anno dalle elezioni presidenziali negli Stati Uniti Meta ha adottato una linea difensiva rispetto alla questione politica. Prima nel 2016 e poi nel 2020 le piattaforme hanno giocato un ruolo non secondario, orientando il dibattito durante la campagna elettorale. Non è improbabile che ciò avvenga anche per quelle del 2024. Adam Mosseri, a guida di Instagram (dalla cui costola si è staccato Threads), ha detto che il nuovo social non è però pensato nè per le notizie nè per la politica.