Nuove versioni per la linea flagship, con differenze che possono diventare notevoli per la fotocamera e non solo. E poi ci sono nuovi prodotti indossabili, che vanno ad arricchire l’ecosistema
Xiaomi non perde il vizio: se volete acquistare un prodotto dell’azienda cinese dovrete fare bene i compiti a casa, visto che in una diretta fiume di 4 ore oggi ha presentato ben quattro nuove versioni del suo Mi 11, con l’obiettivo di moltiplicare l’offerta in diverse fasce di prezzo e cercare di soddisfare ogni esigenza di qualsiasi palato. Il risultato è una ricchezza persino eccessiva di varianti, con qualcosa che resta confinata al mercato cinese ma il grosso che arriva pure da noi. Nascono Mi 11 Lite (anche in versione 5G), Mi 11i e Mi 11 Ultra, che si vanno a unire al Mi 11 di cui abbiamo già parlato e costituiranno a questo punto per la prima metà del 2021 l’offerta più lussuosa di Xiaomi.
In principio era Mi 11
Immaginate di volere uno smartphone e di volerlo Xiaomi: ora potete scegliere tra ben 4 nuovi modelli, pensati per riempire sempre più nicchie in un mercato sempre più affollato, partendo da un sottilissimo Mi 11 Lite, passando per un Mi 11i, e finendo su un modello Ultra che più ultra non si può. Cominciamo proprio dal modello “base”, che pare molto intrigante per alcune caratteristiche: a cominciare da uno spessore veramente contenuto di 6,81mm grazie all’adozione di un pannello AMOLED da 6,55 pollici, pur garantendo la rispondenza a una serie di feature irrinunciabili come un potente processore Qualcomm Snapdragon 780G (per la versione 5G, un 732G per la versione 4G), una batteria da 4250mAh ricaricata al ritmo di 33W, il tutto con meno di 160 grammi di peso.
La fotocamera, punto più che cruciale: sensore 64 megapixel che si abbina a un’ultra-wide da 8 megapixel e un telemacro 5 megapixel. Non c’è da gridare al miracolo, ma stiamo parlando di un prodotto realmente sottile (e piatto, davanti e dietro, lasciando pochissimo spazio per lenti elaborate nel design) e che si va a inserire in una fascia di prezzo diversa dal Mi 11 originale: 299 euro per la versione 6+64GB, Boba Black, Bubblegum Blue e Peach Pink per la versione 4G, mentre si sale a 369 euro per il 5G (6+128GB) nei colori Truffle Black, Mint Green e Citrus Yellow. Entrambi montano uno schermo da 90Hz: ma a queste condizioni, probabilmente, conviene decisamente puntare alla versione 5G per un prodotto all’avanguardia.
Passiamo al Mi 11i, che vi potrà suonare familiare nelle sue caratteristiche ma solo perché in Cina era già stato presentato inserito nella linea Redmi. In questo caso stiamo parlando di un prodotto basato su Snapdragon 888, l’ultimo grido per potenza e 5G, con abbinato memoria LPDRR5 e storage UF3.1: c’è anche un display (piatto) realizzato con tecnologia AMOLED di quarta generazione da 6,67 pollici di diagonale, e il lettore di impronte opportunamente piazzato sotto il pulsante di accensione sul lato destro del device. La certificazione Dolby Atmos per il suono stereo sul doppio speaker, il supporto all’HDR10+ sullo schermo da 120Hz, ne fanno un candidato interessante a molte tasche di molti clienti.
Soprattutto se si getta uno sguardo al comparto fotografico. Il Mi 11i monta una tripla fotocamera con sensore principale Samsung da 108 megapixel (con a disposizione la tecnologia dual-native ISO per migliorare la resa in condizioni di luce difficili), a cui si associa una ultra-wide e una telemacro da 5 megapixel. A questo si aggiunge un microfono direzionale, il cosiddetto “audio-zoom” che stiamo vedendo comparire su diversi prodotti, e che serve a migliorare la qualità del sonoro quando si effettuano riprese a una certa distanza: non si fanno miracoli, ma è senz’altro un qualcosa di nuovo da aggiungere alla scheda tecnica di uno smartphone che vuole davvero puntare sulle qualità di ripresa video fino a 8K.
Batteria da 4.520mAh, ricarica da 33W, e tre colori: Celestial Silver, Frosty White e Cosmic Black. Il prezzo, poi, si va a piazzare sotto a quello di listino del Mi 11: 649 euro per la versione da 8+128GB, che è ovviamente 5G visto il processore montato.
E alla fine arriva l’Ultra
Siccome di ultra-phone abbiamo ormai iniziato a parlare, Xiaomi ci regala uno smartphone chiamato direttamente Mi 11 Ultra. È ultra praticamente in ogni dettaglio, compreso un design davvero insolito che sfrutta praticamente quasi metà del posteriore per un blocco fotocamere enorme rispetto al solito giustificato dalla presenza di sensori davvero particolari.
Cominciamo dall’inizio. Il dispositivo in questione è uno smartphone da 6,81 pollici di diagonale per uno schermo WQHD+ AMOLED E4 prodotto da Samsung, con picco di luminosità indicato a 1.700nit (tanto) e bordo curvo su tutti e quattro i lati. Di nuovo qui abbiamo refresh da 120Hz e addirittura un touch sampling da 480Hz, con pieno supporto a Dolby Vision e HDR10+ con il display protetto da Gorilla Glass Victus. Doppio speaker, che non guasta mai, e c’è un altro particolare che vale la pena citare in questa sezione: c’è anche un secondo schermo su questo Mi 11 Ultra, sempre un AMOLED ma con diagonale 1,1 pollici, e si trova nel posteriore per funzionare come Always-On-Display oltre che per inquadrarsi per scattare selfie con la camera posteriore.
Ecco, veniamo al modulo fotografico. C’è davvero molto da raccontare a cominciare da un sensore GN2 di Samsung da 50 megapixel (1/1,12 pollici di diagonale: forse il più grande mai montato a oggi in uno smartphone), abbinato a sensore TOF e laser, per arrivare a una messa a fuoco pressoché infallibile e in grado grazie ai potenti mezzi sotto il cofano di valutare fino a 64 layer diversi nell’inquadratura. Nel corso della demo, durante il lancio cinese del prodotto, Xiaomi ha voluto anche rimarcare le performance in condizione di scarsa luce – ottenuta anche grazie a un pixel-binning 4-in-1 abbinato a un nuovo algoritmo di elaborazione, a funzioni dual-native ISO e ovviamente composizione a scatti multipli del fotogramma come si conviene a un ultra-phone.
Altrettanto interessante è lo zoom periscopico, non più molto diffuso sui terminali 2021, che monta un sensore 48 megapixel e un generoso gruppo ottico in grado di raggiungere 5x di ingrandimento (10x ibrido, 120x digitale) e garantisce scatti di buon livello grazie a una sorta di stabilizzazione su due assi del periscopio. Poi c’è l’ultra-grandangolo, basato su sensore Sony IMX586, che è in grado di raggiungere i 128 gradi di campo e dunque garantisce l’effetto veramente “wide” che ci si attende da questo tipo di lente. Tutti gli obiettivi sono in grado di registrare video 8K da 24fps.
Tirando le somme, ecco qualche altra feature intrigante: la ricarica wireless da 67W (5.000mAh in 36 minuti, via cavo o meno); ovviamente lo Snapdragon 888; nuova camera di raffreddamento, per tenere sotto controllo i bollenti spiriti; doppio speaker con certificazione Dolby Atmos. Dulcis in fundo, il posteriore realizzato con materiale ceramico (Ceramic White e Ceramic Black, sono questi i colori disponibili) e certificazione IP68. Volendo trovare un paio di difetti a questo Mi 11 Ultra possiamo solo sottolineare quanto sporga il blocco camera posteriore (tanto che persino dal palco hanno suggerito di montare una cover) e il prezzo: 1.199 euro per la versione da 12GB+256GB, tanti, ma in linea con la concorrenza in ogni caso.
Nota bene: tutti i prezzi fin qui raccontati sono quelli ufficiali internazionali. Siamo in attesa di notizie su effettiva disponibilità e prezzi italiani dei nuovi Mi 11, anche se il Lite ha già iniziato a fare capolino nella versione 4G a 349 euro in uno store online di una catena italiana. C’è da avere pazienza, insomma.
Questione di ecosistema
Non potevano mancare un paio di annunci anche per quanto attiene l’ecosistema (e altri ne potrebbero arrivare: Xiaomi ha detto che c’era talmente tanta roba da presentare che altro sarà svelato soltanto domani). Dunque, spazio a una smartband di sesta generazione, o Mi Band 6 se preferite, che continua ad aggiungere sempre nuove funzionalità a quella che un tempo era la smartband più semplice che c’era. Quindi ecco uno schermo AMOLED (con touch) che ormai copre completamente la superficie frontale dell’unità , con 30 differenti tipi di allenamenti misurati a bordo, e pure delle “watch-face” (si può parlare di watch-face per una band?) con tanto di licenza per contenuti esclusivi: sul palco si è intravista una bellissima variante Spongebob.
Il Mi Band 6 offre 14 giorni di autonomia, rilevamento della qualità del sonno e del livello di SpO2 nel sangue, battito cardiaco ovviamente, e resiste fino a 50 metri di profondità sott’acqua. Il tutto in 6 colori, in vendita a fine aprile, a 49,9 euro.
Infine, ecco il Mi Smart Projector 2 Pro (i nomi ci piacciono lunghi così, fanno sapere da Xiaomi). Interessante la funzione che permette di piazzare il proiettore in un punto qualsiasi della stanza e lasciare che sia lui a organizzarsi per messa a fuoco e riallineamento della parallasse: in pratica il sistema ci pensa da solo a raddrizzare il quadro, per rendere più semplice l’impiego, e l’adozione di una coppia di speaker integrati (che supportano Dolby Atmos e DTS) rende praticamente plug-n-play il sistema: anche grazie all’integrazione di tecnologia Android TV, Google Cast e Google Assistant, che permette di inviare facilmente in riproduzione da qualsiasi piattaforma compatibile (Netflix, Disney+, Prime Video ecc). C’è il supporto HDR10 (grazie a una lampada in grado di arrivare a 1.300 lumen), ma la risoluzione massima è 1080p.
Il Mi Smart Projector 2 Pro sarà in vendita in Italia da maggio, a 1 centesimo meno di 1.000 euro (prezzo early-bird di lancio: 899 euro).