Selezionata tra applicazioni che arrivavano da 60 paesei, la startup pisana è tra le 30 da tutto il mondo che si giocherà il titolo di Cloud Innovators 2015 l’8 luglio a New York
Il titolo dell’evento è di quelli che di per sé dicono già tutto. «Cosa è oggi davvero nuovo e interessante oggi nel cloud computing?». La location è la conferma: il quartier generale di Google di New York. La seconda edizione del Cloud Innovation World Cup aprirà i battenti l’8 luglio e dà all’Italia una bella soddisfazione: tra le 30 startup selezionate da tutto il mondo per la prima volta spunta il nome di un’azienda italiana, ClouDesire. La startup di Eddy Fioretti (Ceo) Andrea Vecchi (Cto) Giovanni Toraldo e Paolo Lanari, già selezionata dall’Unione europea lo scorso marzo per ragionare sul futuro del digital single market, volerà a New York per giocarsi il premio di «Cloud Innovators of the year 2015» nella categoria Business Service (le altre tre sono Smart Living, Mobility, Industry 4.0 e il premio speciale Geo Award). StartupItalia l’ha inserita tra le 100 startup del 2015 nella sezione Web Service.
Qui la nostra scheda sulla storia e le soluzioni per le imprese di ClouDesire
Le applicazioni al premio sono arrivate da 60 paesi. Nella sola categoria di ClouDesire ci sono 4 startup statunitensi, due britanniche, una cilena e una turca, mentre Finlandia, Francia, Spagna e Germania completano l’elenco delle 30. Tutte soluzioni innovative per il cloud. ClouDesire ha sviluppato un sistema che consente ad un’azienda specializzata nella produzione di software e applicazioni di vendere e distribuire in pochissimo tempo le proprie applicazioni su cloud, gestendo facilmente tutte le attività commerciali e di marketing. Risponde alle domande Eddy Fioretti.
Unica startup italiana selezionata, cosa li ha convinti di ClouDesire?
Sulle motivazioni non sappiamo ancora nulla di ufficiale, ma reputiamo siano state da un lato la nostra capacità di garantire provisioning, billing e monitoring in modo completamente automatizzato. E su qualunque cloud provider. Ma anche tempi ridottissimi per rendere cloud-ready qualunque app senza alcun costo di on borading delle applicazioni. Ma anche la nostra crescita, che ci ha portato a lavorare con due aziende di telecomunicazioni molto presenti anche a livello internazionale.
Cosa significa per voi partecipare a questo evento?
Proseguire con la nostra strategia di internazionalizzazione, coerentemente con l’ingresso nel Global Entrepreneur Programme di UK Trade & Investments di inizio 2015 e l’apertura a Londra, dove siamo oggi presenti oltre a Milano e Pisa.
IBM ha appena innaugurato il primo data center cloud in Italia, che significa questo una startup che opera nel settore cloud computing?
Si, eravamo a conoscenza da un po’ anche visti gli ottimi rapporti con IBM. Detto che ormai qualunque startup è necessariamente su cloud per una ragione o per l’altra, non penso che per loro cambi molto. Ma per molte aziende italiane, di ogni dimensione, la conservazione del dato all’interno dei confini è un requisito importante, a prescindere che si verifichi per ragioni psicologiche o normative. E sicuramente la maturazione di offerte veramente e totalmente “cloud” sul territorio aiuterà sempre di più lo sviluppo dell’ecosistema. E ClouDesire può aiutare ad accelerare ulteriormente l’adozione di queste offerte, facendo da “bridge” tra il layer applicativo (che non sa ancora come andare su cloud) e il layer infrastrutturale che sta crescendo sul territorio.
Arcangelo Rociola
Twitter: @arcamasilum