Chi sono le 100 migliori aziende mondiali tra le analytics startup: un settore in crescita costante. E sunta, per la prima volta, una fatta da italiani. Sysdig di Loris Degioanni.
E’ forse il settore più difficile per chi lavora nel mondo delle startup. Spaventa chi vorrebbe avviare un’azienda, chi ci dovrebbe lavorare (specie nel settore media e comunicazione) ma anche un investitore. Big data, metriche, computing è il sottobosco nel quale si muovono le analytics startup e che come ogni anno viene raccontato in un da Mattermark Pro per Forbes per rispondere alla domanda quali sono le migliori 100 analytic startup al mondo. Mattermark usa un mix di intelligenza artificiale e analisi dei dati e offre un’analisi su circa un milione di aziende private, 470 mila di queste con dati aperti sul lavoro e la qualità di quello dei propri dipendenti.
1,4 miliardi di dollari il round più alto del 2015
Nei primi 100 posti troviamo aziende che 9 volte su 10 vengono dalla Silicon Valley. Rispetto allo stesso report nel 2014, le startup europee sono scese da 3 a 2. Altro dato interessante è che il fundraising della top 10 è cresciuto. E tanto. La società che ha raccolto più investimenti nel 2015 è la Palantir Technology che ha raccolto 1,4 miliardi di dollari il 23 luglio scorso. Quasi quanto tutti e 10 i più grossi investimenti in analytic startup del 2014. La Domo dello Utah ha raccolto il secondo round del 2015 nel settore con circa 500 milioni di dollari, ed è una cifra pari ai primi 4 investimenti del 2014. Una crescita superiore a quella del 2014 sul 2013. Insomma il settore attira tanti soldi. E le prospettive di crescita sono enormi.
Sorpresa! Un’«italiana» nella top 100
A inserirsi in qusto trend di crescita delle «startup analitiche» c’è un’imprenditore seriale di startup italiano. Loris Degioanni. Abbiamo raccontato la sua bellissima storia qui. Con Cace Tech prima ha fatto un’exit da oltre 30 milioni. Oggi, dopo essere tornato a fare startup nel 2013, la sua Sysdig compare nella lista delle top 100 mondiali. Sysdig, come Cace prima, non è fondata in Italia ma, come si dice spesso in questi casi (e senza retorica) ha il cuore italiano. Cioè è fatta da un italiano con programmatori, ingegneri italiani.
Fare un’exit da 30 milioni e ripartire con un round da 10: Degioanni è tornato
«Lavorare con Loris a Sysdig? Un sogno»
Dall’Italia si è trasferito da poco in Silicon Valley Enrico Bruschini, 29 anni, di Nettuno, Roma. Si laurea in management dei mercati alla Luiss e parte. Il suo sogno? Lavorare negli Usa nel settore delle startup, «la nuova Eldorado» la chiama, in quella che vede come terra delle opportunità. Studia a Roma e si trasferisce a San Francisco, prima per lavorare come Coo (Chief operation officer, direttore operativo) di un altro startupper italiano lì, Paolo Privitera di Pick-1, oggi affianca il Coo di Sysdig. «Lavorare in questo settore e qui, dove sembra che tutto possa accadere da un giorno all’altro è un’esperienza adrenalinica. I ritmi di lavoro non sono comparabili, si lavora tanto, anche 12 o più ore al giorno. Anche la domenica qualche ora la facciamo. Nessuno ci obbliga ma è così, ti viene spontaneo farlo. Sai che hai un compito e vuoi realizzarlo al meglio in tutti i modi. E poi se ti diverti a fare quello che fai in realtà non lavori mai». Vinta una scholarship per studenti italiani nella Valle, si trasferisce e lì comincia il suo percorso. Oggi sa che da lì è difficile spostarsi «se non ad Honk Hong» precisa. Il settore funziona. Il lavoro c’è. Ed è tanto. Bello sapere che in questa crescita ci sia anche un contributo importante di ragazzi italiani. E sono lì, in prima linea.