Nel suo primo discorso da vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris si è rivolta a tutte le donne dopo aver scritto un nuovo capitolo della storia: “Sono la prima donna vicepresidente ma non sarò l’ultima. Questo è il Paese delle opportunità. Bambine sognate con ambizione”
Kamala Harris, i record li batte tutti: sarà la prima vicepresidente donna, la prima vicepresidente nera, la prima vicepresidente asiatico-americana e la prima vicepresidente democratica della West Coast.
Quando è nata, nel 1964, le donne di colore non potevano votare. Ci sono voluti 60 anni per arrivare dal voto alla Vice Presidenza degli Stati Uniti, prima donna nella storia americana. Per molti versi, l’elezione della Harris a vice presidente rappresenta la realizzazione del sogno americano, in quanto figlia di una madre emigrata dall’India e di un padre immigrato giamaicano.
Ha frequentato la Howard University, un’importante università storicamente nera, ed è un membro orgoglioso della storica confraternita nera Alpha Kappa Alpha.
While I may be the first, I won’t be the last. pic.twitter.com/R5CousWtdx
— Kamala Harris (@KamalaHarris) November 8, 2020
Kamala Harris: un passo avanti fondamentale
Nata da padre giamaicano e madre di origini indiane. Laureata con il massimo dei voti in legge alla Howard University, è stata eletta procuratrice generale della California, ruolo che ha ricoperto fino al 2016. Joe Biden l’ha scelta come candidata democratica alla vicepresidenza l’11 agosto dopo un lungo processo di screening.
Ex procuratrice di San Francisco prima e della California poi, prima donna anche in questo caso a ricoprire tali incarichi, Kamala Harris ha conquistato un seggio in Senato nel 2016, anno della vittoria di Donald Trump. E al presidente ha subito dichiarato guerra, non ritenendolo il ritratto né l’aspirazione della sua America e di quella di milioni di donne e minoranze. Il Senato l’ha proiettata sul palcoscenico della politica nazionale con gli interrogatori all’ex ministro della giustizia Jeff Session e quelli a Brett Kavanaugh, nominato alla Corte Suprema da Trump.
Il prestigio conquistato l’ha spinta nel 2019 a considerare di correre per la Casa Bianca: nonostante ci abbia messo anima e corpo, il suo tentativo non è però andato a buon fine ed è stata costretta a ritirarsi. Le primarie le concedono però l’occasione di diventare un volto familiare per milioni di democratici, conquistati anche grazie al duro scontro proprio con Biden, per il quale si rivela una delle rivali più agguerrite. Da li il suo percorso è storia.
Dietro la Harris un’altra Harris
Dietro la Harris un’altra Harris: Maya che ha curato nei minimi dettagli la campagna elettorale della sorella.
Ha quasi 340mila followers su Twitter, ha curato la campagna elettorale di Hillary Clinton nel 2016 ed è considerata la principale artefice del successo politico della sorella maggiore, Kamala Harris, nuova vicepresidente degli Stati Uniti d’America. Maya Harris, classe 1967, è un avvocato con il pallino per i diritti civili e una passione per la politica. Presidente della campagna elettorale della Harris, Maya ha curato nei minimi particolari la corsa verso la Casa Bianca della sorella.
Kamala, una madre unconventional
Alla tradizionale famiglia americana dei Biden, Harris affianca una famiglia moderna e allargata. Sposata con Douglas Emhoff, che potrebbe diventare primo Second Gentleman della storia, Harris non ha figli suoi ma è la Momala – è così che ama essere chiamata da Cole e Ella, le figlie che il marito ha avuto dalla prima moglie. “Ho avuto tanti titoli nella mia carriera ma Momala sarà sempre quello che ha il maggior significato”, ha dichiarato in un’intervista confidenziale Kamala.
Nel nominare kamala Harris come sua compagna di corsa verso la Casa Bianca, Joseph R. Biden Jr. ha preso una decisione innovativa in un momento di progressivo cambiamento nel mondo.