Due donne: Elisa Piscitelli e Mariapaola Testa, dopo aver studiato al Politecnico e negli Stati Uniti rientrano in Italia con un solo obiettivo: creare una startup che guidi le giovani generazioni nella scelta universitaria una volta conclusa la maturità. Nasce così Futurely
Questa è la storia di Futurely, startup che nasce nel 2019 dall’intuizione di due giovani e brillanti donne italiane, Elisa Piscitelli e Maria Paola Testa laureate in Ingegneria gestionale al politecnico di Milano, con un percorso all’estero. Sia Elisa sia Mariapaola hanno un comune denominatore: la passione sconfinata per le STEM e la formazione.
Mariapaola, originaria di Fidenza, studia ingegneria al PoliMi e per poi proseguire con la specialistica al MIT di Boston. Elisa, nata e cresciuta a Milano, studia ingegneria al PoliMi. Appassionata di matematica, approda al MIT per una tesi di ricerca, dove torna per un master in Business Analytics. A ottobre 2019 Elisa e Mariapaola si incontrano a Boston, una in procinto di concludere il master al MIT, l’altra all’inizio del suo percorso ad Harvard, e dalla passione comune per l’edtech nasce Futurely.
Futurely è un percorso di orientamento digitale che guida i ragazzi nella scelta universitaria e nella realizzazione del proprio futuro, sviluppando consapevolezza di sé e del mondo universitario, curiosità e coraggio. Si parte da un percorso di conoscenza di sé: passioni, interessi, competenze, e si arriva a presentare in modo strutturato e completo il mondo universitario. Il percorso utilizza supporti digitali accessibili in modo asincrono e i ragazzi vengono guidati attraverso esercizi assegnati settimanalmente. A completamento del percorso viene rilasciato un attestato di partecipazione. Tra gli strumenti utilizzati: esercizi interattivi, video e webinar, colloqui individuali con esperti, test delle inclinazioni. L’obiettivo dunque è accompagnare i giovani nella scelta degli studi giusti dopo la maturità, cosa non sempre facile.
Futurely ha marzo 2021 ha chiuso il suo primo round di investimento da un milione e mezzo di dollari, guidato dai soci di Italian Angels for Growth insieme ad Angels4Women, e altri investitori privati, tra cui Diego Piacentini, Riccardo Zacconi e Fabio Mondini.
Intervista a Elisa Piscitelli, co-founder e Ceo di Futurely.
Elisa, se dovessi pensare a due obiettivi di cui sei fiera, uno numerico e l’altro personale?
“Per quanto riguarda il primo, a livello numerico sicuramente sono molto fiera dei dieci mila studenti che abbiamo in piattaforma e che si sono uniti a Futurely nel giro di pochissimi mesi. In pratica, un ragazzo su cento in tutta Italia tra quarta e quinta liceo sceglie la nostra piattaforma di orientamento all’università. Questo perché tra gli studenti la paura di sbagliare e di sentirsi soli e il bisogno di essere accompagnati nelle scelte, è diventato inevitabile con la pandemia.
A livello personale, invece, ciò di cui vado più fiera è l’essere riuscita a costruire un team magnifico nonostante la distanza fisica. Per diversi mesi, infatti, abbiamo lavorato insieme ma lontani, perché dovendo avviare il business di Futurely (anche) in America, avevo bisogno di essere fisicamente a Los Angeles (e tutt’ora non mi sono ancora fermata, faccio avanti indietro)”.
Quali sono i dati sull’orientamento degli studi in Italia?
“Futurely nasce anzitutto per venire incontro al critico panorama italiano in termini di orientamento degli studi universitari. I dati parlano chiaro e sono ahimè sconfortanti: il 33% degli studenti universitari è insoddisfatto della propria scelta e il 20% cambia indirizzo dopo il primo anno, con problemi nel lungo termine che hanno ripercussioni sull’occupazione nel nostro Paese, sui talenti e sulla capacità di innovare. Il 21 % abbandona l’università, per incompatibilità.
Tutto ciò non solo comporta una perdita di tempo prezioso per gli studenti, ma anche un esborso di costi per le famiglie. Sono infatti stimati in media circa 20mila euro per ciascuna famiglia relativamente proprio alle scelte (non adeguate) degli studi dei figli, corrispondenti a due miliardi (solo) in Italia. Da qui la nostra esigenza di guidare ragazzi (e famiglie) verso una scelta universitaria consapevole e adeguata”.
Di cosa hanno bisogno i ragazzi?
“A inizio, metà e fine percorso misuriamo per ciascuno studente le “Tre C”: consapevolezza, curiosità e coraggio, fondamentali per l’orientamento. Quelle che io definisco, le tre competenze necessarie per fare una scelta consapevole. E chiediamo ai ragazzi “Quanto sei consapevole delle tue passioni e delle tue competenze?” “Hai criteri ben chiari con cui scegliere l’Università?” “Quanto hai paura di sbagliare?” Alla fine del percorso l’incremento medio dei tre parametri è circa del 30%: un dato di cui siamo molto orgogliosi”.
I vostri obiettivi a medio-lungo termine?
“Il primo obiettivo è il company welfare. Ci sembra cruciale in questa fase offrire il nostro percorso formativo e d’orientamento ai dipendenti delle aziende per arrivare a tutte le famiglie italiane che non sanno come muoversi con i figli (ad oggi stiamo già collaborando con diverse aziende). I genitori desiderano essere guidati in questo percorso e questo è il nostro scopo. Per questo motivo ci siamo dotati anche di referenti ad hoc per genitori. Altro obiettivo riguarda il numero di studenti e di scuole: attualmente uno studente su cento in Italia è con noi, l’anno prossimo vorremmo portarne a bordo uno su cinquanta. Anche per quanto riguarda le scuole vogliamo raddoppiare il numero degli istituti con cui collaboriamo: ad oggi sono circa una settantina, l’anno prossimo puntiamo a duecento. And last but not least, stiamo lavorando per un obiettivo ancora più sfidante: espandere Futurely negli USA, idea che è partita proprio quest’anno”.
Perché gli studenti dovrebbero scegliere il percorso Futurely?
“Sicuramente il punto di forza di Futurely è di essere l’unico percorso di orientamento che parte dalla conoscenza di sé, con lo studente esaminiamo tutte quelle che sono le sue paure, le sue inclinazioni, le sue passioni e le sue conoscenze e competenze. La valutazione dei vari atenei e delle facoltà viene dopo, ma prima le nuove generazioni devono imparare a guardarsi dentro e conoscersi. Poi la nostra rete di 250 mentor (dal medico all’attrice, dal criminologo all’ingegnere), selezionati da noi, e pronti a dialogare con gli studenti per fugare qualunque tipo di dubbio. In ultimo, la personalizzazione del percorso. In base a ciò che i ragazzi rispondono nei questionari/esercizi, appaiono sulla piattaforma tipi di contenuti diversi, tagliati sulla personalità di ciascuno studente, per questo motivo ragazzi con inclinazioni e interessi diversi approcciano a contenuti differenti”.
Prossimi passi?
“Futurely non vuole essere soltanto un percorso di orientamento ma un porto sicuro per l’orientamento in Italia a tutto tondo. Ecco perché quest’estate accompagneremo i ragazzi con nuovi percorsi di orientamento più specializzanti. Inizieremo i summer program: tre settimane di lezioni frontali, quiz e prove di squadra alla guida di professionisti specializzati per risolvere veri casi clinici e aziendali e vincere premi. Ci sarà: la settimana da medico (13-17 giugno), la settimana da imprenditore (20-24 giugno) e la settimana tips and tricks per l’università (27 giugno – 1 luglio), pensate per venire incontro alle esigenze segnalate dai nostri studenti.
Molti ci hanno infatti chiesto “cosa significa essere medico? Cosa fa un medico nella vita reale?” oppure “come si crea un’azienda di successo? Cosa devo fare per diventare imprenditore?”
Per rispondere a questi quesiti (non sempre facili), abbiamo coinvolto figure professionali di elevato standing come: Normasteaching, Danila De Stefano, Virginia Tosti, founder di start2impact e TEDx speaker. Ancora abbiamo coinvolto ingegneri, e medici con differenti specializzazioni, studenti universitari e investitori (di IAG) tutti con lo stesso scopo: aiutare i ragazzi a capire qual è la loro strada”.
“Immagina di essere alla fine delle superiori e dover scegliere cosa fare dopo la maturità. Una decisione che avrà un enorme impatto sul resto della tua vita. Se, in questo momento, qualcuno ti prendesse per mano e ti aiutasse a conoscere meglio te stesso e il mondo universitario per fare una scelta consapevole, cosa faresti?”