C’è finalmente una donna al vertice della categoria dei notai si chiama Valentina Rubertelli, napoletana classe ’68, ed è stata eletta Presidente del Consiglio Nazionale del Notariato. Ad affiancarla sono Edoardo Bernini con la carica di Vice Presidente e Francesco Giglio con l’incarico di Segretario del Consiglio
Con Valentina Rubertelli si rompe un altro soffitto di cristallo questa volta quello dell’ordine del notariato, arrivando fino al vertice del Consiglio. Non figlia di notai, ma di un anestesista e di un’insegnate di francese. Dopo la laurea in giurisprudenza, presso l’Università Federico II di Napoli con il massimo dei voti, e un diploma di specializzazione post laurea in diritto civile, all’età di 26 anni ha superato il concorso di notaio ottenendo il 10 posto nella graduatoria nazionale di quel bando. Tra i vari incarichi che ricopre attualmente, figura anche la vice presidenza del Consiglio dei Notariati dell’Unione europea (Cnue).
La prima presidentessa dell’ordine
Quella di oggi segna un’evoluzione importante. Attualmente siamo abituati ad una presenza costante di notai di genere femminile in Italia, ma per avere la prima donna Notaio ai vertici del Consiglio si è dovuti attendere il 2021. Ebbene si, Valentina Rubertelli, notaio in Reggio Emilia, è stata eletta presidente del Consiglio nazionale del Notariato il 6 febbraio 2021 ed è la prima presidentessa di un ordine composto prevalentemente da maschi.
La storia di Valentina Rubertelli
Valentina Rubertelli nasce a Napoli il 10 maggio 1968. Figlia di padre anestesista e di madre insegnante di lingua francese, non è figlia d’arte, pertanto rientra in quell’83% di Notai che non risultano, a dispetto delle dicerie populiste, figli di Notaio. Frequenta le elementari presso l’Istituto Francese di Napoli “Grenoble” dove acquisisce una conoscenza del francese come madre lingua, prosegue, tra l’altro, con un Liceo Scientifico, consegue il diploma Proficiency di lingua inglese presso il British Council di Napoli per poi iscriversi alla Facoltà di Giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli e laurearsi nel 1990, in tre anni ed una sessione, con 110 e lode e plauso della commissione; consegue il diploma di specializzazione post laurea in Diritto Civile e, all’età di 26 anni supera il concorso di Notaio conseguendo il 10° posto nella graduatoria nazionale di quel bando. Si iscrive a Ruolo presso la sede di Reggio Emilia nell’aprile del 1996 ed apre un ufficio secondario prima a Sant’Ilario d’Enza, poi a Cavriago. Nel 2008, insieme ad altri colleghi tutti accomunati dalla formazione giuridica partenopea, fonda la Scuola di Notariato denominata “Notares” e tiene corsi di tecnica contrattuale e di simulazione di prove tipicamente concorsuali. È delegato del proprio consiglio notarile presso il Comitato Regionale dell’Emilia Romagna sin dai primi anni di attività, approdando alla carica di Segretario nell’anno 2010. Dal 2011, ricopre la carica di Presidente della Associazione Esecuzioni Immobiliari presso il Tribunale di Reggio Emilia. Dal 6 febbraio 2021 è Presidente del Consiglio Nazionale dei Notai d’Italia.
Prima del 1931: il divieto per le donne di esercitare un pubblico ufficio
Per arrivare a ricoprire la prestigiosa posizione al vertice, ci sono voluti quasi 100 anni di lacrime e sangue da quando la prima donna è stata ammessa ad esercitare la professione di notaio. Adele Pertici fu la prima a chiedere il 15 novembre del 1913 di essere iscritta come praticante al Consiglio notarile di Roma. Ma dopo il via libera, il Procuratore del Re chiese la revoca al Tribunale di Roma, motivando la richiesta con il divieto per le donne di esercitare un pubblico ufficio: i notai erano pubblici ufficiali e non liberi professionisti. La corte d’Appello accolse il ricorso e ordinò la radiazione dall’albo di Pertici, che però non si arrese. Ma dopo anni di liti giudiziarie, quando nel 1920 le fu riconosciuto il diritto di esercitare, grazie alla cosiddetta legge Mortara del 1919, Adele Pertici rinunciò alla professione notarile e si dedicò all’insegnamento e alla famiglia.
Per la prima donna notaio
Per la prima donna notaio bisogna attendere il 1927, quando Elisa Resignani supera il concorso nazionale e, ad appena 27 anni, nel 1928 con diversi anni di anticipo rispetto alla prima donna magistrato. Fu lei ufficialmente la prima donna notaio. E questa volta nessuno protestò. Nel 1928, la notaia Resignani, appena ventisettenne, prese possesso della sede di San Germano Vercellese (Novara).
Il percorso di accesso alle istituzioni del notariato è stato ancora più lungo: le donne entreranno solo nel 1992 al Consiglio nazionale del Notariato, l’organo di rappresentanza politica della categoria, mentre tre anni dopo, nel 1995 alla Cassa nazionale del Notariato.
La presenza delle donne nella professione notarile
In ambito notarile negli anni la presenza delle donne è cresciuta notevolmente passando dal 17% del 1991 al 34% del 2017 tenendo presente che negli ultimi concorsi ben il 50% dei partecipanti è donna.
Un altro punto a favore del ruolo della donna nella professione notarile è la parità salariale, ancora non presente in tutte le professioni, relativo al fatto che il guadagno è pari a quello degli uomini.
Oggi su circa 5.100 notai in esercizio, le donne sono il 37%, il doppio rispetto al 17% dell’inzio degli anni ‘90. Tra i notai under 40, il 47% è donna, una percentuale che scende al 41% tra gli under 55. Per quando si considerano i concorsi degli ultimi 4 anni, le vincitrici sono circa la metà.