Il caso di Walmart negli USA, che collabora con Gatik
Stiamo vivendo un periodo particolarmente ricco per quanto riguarda la sperimentazione dell’auto a guida autonoma. Cina e Stati Uniti guidano il trend. Oltreoceano, dopo la prima corsa del robotaxi di Cruise, è il momento di parlarvi anche di cosa sta bollendo in pentola a Walmart. Il gigante della grande distribuzione USA, e diretto competitor di altre multinazionali come Amazon nella sfida su innovazione e digitale, ha messo su strada i suoi primi furgoni senza autista che fanno la spola tra un Walmart fulfilment center e un negozio di Bentonville, in Arkansas, per rifornire il supermercato.
Come per la consegna della spesa con i droni, Walmart non è da sola neppure con i test dei furgoni a guida autonoma. La startup Gatik è stata coinvolta per innovare in questo ambito della logistica. Come si legge su Engadget, il percorso che il furgone a guida autonoma della catena di supermercati compie negli Stati Uniti non è privo di ostacoli per sensori e telecamere in dotazione: ci sono stop, semafori e, ovviamente, le altre automobili che circolano.
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«Attraverso il nostro lavoro con Gatik abbiamo capito che i camion a guida autonoma offrono una soluzione efficiente, sicura e sostenibile per il trasporto di merci su percorsi frequenti tra i nostri negozi», ha dichiarato il Walmart senior vice president Tom Ward. La spesa del futuro, come dimostrano simili trend, non potrà fare a meno di considerare che il digitale sta accelerando una transizione verso un nuovo modello: i consumatori – ovvero noi tutti – sono sempre più esigenti e, da Amazon in giù, le aziende hanno intenzione di soddisfare la richiesta di rapidità nell’esecuzione. Tuttavia, la guida autonoma sviluppata anche per i supermercati è una tecnologia che potrebbe rivoluzionare il settore con conseguenze non sempre positive.
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Come vi avevamo spiegato nel caso di Volvo – la casa automobilista svedese sta testando i camion a guida autonoma con la startup Aurora – se questa innovazione dovesse prendere piede si stima che, entro il 2030, fino a 6,4 milioni di camionisti potrebbero perdere il lavoro.