I fidanzatini di Kyoko e Misako sono stati rapiti. Ora sono cavoli…
Sfogliando le pagine di storia del gaming, abbiamo ritrovato River City Ransom, titolo beat’em up di fine anni ’80 lanciato sul NES. Nella lunga saga dei picchiaduro questo potrebbe essere uno degli antenati ideali di River City Girls, videogioco che abbiamo provato su Nintendo Switch divertendoci un mondo nei panni di due agili e tostissime ragazzine, Kyoko e Misako, alle prese con coetanei parecchio su di giri e violenti. Poco male: non saranno certo loro a fermarci dal momento che abbiamo tutte le intenzioni di riprenderci a ogni costo i nostri amati fidanzatini (qui è la donzella che salva il cavaliere). Per giocare a River City Girls non occorre soffermarsi troppo sulla trama, ma agli amanti del genere non sfuggirà certo il fatto che le vittime sequestrate altri non sono che Kunio e Riki, protagonisti del franchise Kunio Kun, che in occidente risponde proprio al nome di River City. Sviluppato da Arc System Works, River City Girls è un toccasana per chi adora sfogarsi con i picchiaduro. Questo, poi, è inclusivo come pochi altri.
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River City Girls: open world in miniatura
Il gameplay di River City Girls è dinamico e divertente. In single player possiamo optare soltanto per una delle due ragazzine per sessione di gioco ma, aspetto niente male, ogni volta che riprendiamo in mano la console è a nostra discrezione la scelta del personaggio di turno: questo ci permette di potenziare Kyoko e Misako alla stessa maniera, facendo combattere ora una ora l’altra. Mano a mano che si sale di livello il gioco svela nuove mosse di combattimento: di base si parte con un attacco leggero e uno potente, più la possibilità del salto parecchio utile per uscire dalla mischia. A ogni scatto di livello la barra della vita si ricarica, dandoci la possibilità di spingere sull’acceleratore e pestare di brutto i bulletti che ci vengono addosso.
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Femminuccia a chi?
I primi nemici che affronteremo saranno i nostri compagni di scuola, aizzati contro di noi da un preside codardo. Ogni avversario che riusciremo a sconfiggere ci donerà monete e banconote da raccogliere, che poi andremo a spendere nei chioschi e supermercati del quartiere per poter recuperare vita, mangiando hambuger o delizioso cibo giapponese. Come il suo antenato River City Ransom, anche River City Girls si presenta come una sorta di picchiaduro sviluppato dentro a un open world in miniatura, in cui davvero avremo la possibilità di muoverci per visitare negozi e raccogliere cibo o potenziamenti da acquistare al raggiungimento di un determinato livello. Dal momento che ogni ambiente che si attraversa ricrea i nemici in maniera automatica il consiglio spassionato è quello di non perdere l’occasione di fare esperienza, salire di livello e fare incetta di denaro.
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Oltre alle mille mosse a disposizione è fondamentale anche sapere parare. Come vi abbiamo detto, in single player si combatte con una sola combattente, anche se nei momenti di dialogo, quando ci interfacciamo con nemici o NPC, la nostra compagna di turno sarà al nostro fianco. I dialoghi sono in italiano e questo, inutile negarlo, aiuta molto ad immergersi nella storia (anche se qualche refuso nei sottotitoli lo abbiamo scovato). Dal momento che stiamo comunque parlando di due innamorate in cerca dei loro amati, pareva brutto renderle spietate e senza cuore. Così può capitare che l’ultimo nemico rimasto, in punto di morte, vi chieda di risparmiarlo: siate magnanimi, perché il lui o la lei vi potranno tornare utili come fedeli alleati, pronti a scagliare un colpo alla bisogna, dandovi tempo per rifiatare. Tirando le somme River City Girls vale davvero la pena di essere giocato per divertimento, varietà dei nemici (c’è anche l’uomo Tigre) e livello di difficoltà tarato verso l’alto.