Anche su PS4 il videogioco strategico a sfondo storico. Combattere il nazionalsocialismo, settimana dopo settimana
Fare i conti con il proprio passato significa non dimenticarsi degli orrori compiuti. Lasciando gli alibi da parte, perché quando il dittatore è ormai spacciato, tutti si sono già tolti la divisa per vestire i panni dei fieri oppositori. Liberticida, antisemita, illiberale, violento. O, più semplicemente, il periodo più buio della Storia. Gli anni Trenta in Germania hanno significato l’ascesa del nazionalsocialismo, il crollo definitivo della Repubblica di Weimar. Adolf Hitler si prende il potere e porta il mondo in guerra. Per conoscere la storia tutto – ribadiamo, tutto – è utile. Anche i videogiochi. Through the Darkest of Times è un titolo disponibile da poco su PlayStation 4 e altre console, fedele ricostruzione della difficile vita di un gruppo di oppositori al regime a Berlino. Questa è la nostra recensione.
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Through the Darkest of Times: le storie dietro la Storia
Sviluppato dalla software house tedesca Paintbucket Games, Through the Darkest of Times è un videogioco strategico dove il gameplay consiste nel gestire e conoscere i membri di un gruppo di oppositori del Terzo Reich. La storia prende il via poche settimane prima dell’incendio del Reichstag – il Parlamento tedesco – avvenuto il 27 febbraio del 1933 e giudicato come l’evento che sancisce la vittoria di Hitler contro il debole stato liberale uscito a pezzi dalla Prima Guerra Mondiale. Il giocatore tiene le fila di un gruppo di uomini e donne, disoccupati, attivisti, militari delusi, che vogliono dare il proprio contributo, rischiando la vita pur di affossare il regime.
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La storia arriva fino al 1945 ed è piena di micro-eventi che ci svelano la complessità e la frustrazione di complottare contro il Male ad armi impari. Diviso in settimane, il gameplay si struttura sulla mappa di Berlino, dove ciascun punto di interesse rappresenta una missione da svolgere. Recuperare carta per stampare volantini, parlare con operai fuori da una fabbrica, svagarsi per tirare su il morale dopo l’arresto di un compagno. Una volta assegnate le missioni ai propri membri, equipaggiandoli con quanto disponibile nell’inventario, si chiude il turno e si attende il verdetto (non sempre a lieto fine) per passare alla settimana successiva.
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Come un libro di storia
Through the Darkest of Times non è soltanto un gioco di strategia, ma anche un libro di storia interattivo, dove il giocatore partecipa a discussioni tra gente comune, scegliendo le risposte e rischiando reazioni scomposte. Sullo sfondo una pregevole ricostruzione grafica in stile cartone animato. Volti, vestiti e tratti sono estremamente caratteristici, frutto del lungo lavoro degli sviluppatori per ricreare la cupa atmosfera dell’epoca. Ogni turno è possibile scegliere in quale punto della mappa operare per onorare il nostro scopo ultimo: ciascun membro ha caratteristiche che lo rendono più o meno adatto.
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Come nella nostra Resistenza – composta dai comunisti fino ai liberali, passando per i democristiani – anche in Germania l’opposizione a Hitler aveva più anime accomunate da un solo obiettivo. In Through the Darkest of Times abbiamo a che fare con comunisti, cristiani, ex militari. Segretezza, Empatia, Propaganda, Forza e Cultura sono i tratti dei compagni da tenere sempre in considerazione prima di assegnare una missione: nelle carte disponibili su una mappa è presenta anche una statistica sulle probabilità di avere o meno successo.
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Il Bene non trionfa sempre sul male, specialmente negli anni Trenta in Germania. Ecco allora che la storia di Through the Darkest of Times mette il giocatore di fronte a dolorose scelte. Sacrificare un membro, non salvarlo, cacciarlo via dal gruppo o voltarsi dall’altra parte di fronte a un’ingiustizia sono opzioni legittime per non rovinare i piani. In un’epoca, la nostra, dove non si prova nemmeno vergogna nel dichiararsi fieramente fascisti a favore di telecamere, titoli del genere assolvono a uno scopo didattico troppo prezioso. Il Male, purtroppo, si dimentica alla svelta.