Il secondo mese del 2016 ha fatto registrare 8 operazioni di venture per un totale di 12,7M di investimenti in startup. E tutti gli altri fatti da ricordare di febbraio
Due giorni in meno, 5 milioni in più rispetto a gennaio. Il secondo mese del 2016 ha fatto registrare 8 operazioni di venture capital per un totale di 12,7 milioni in startup. L’anno scorso ne avevamo registrate solo 3 per circa un milione e mezzo. Ed erano le prime del 2015, visto che a gennaio non se ne erano registrate.
Nel 2016 investiti finora 19,9 milioni, 18,4 in più dello scorso anno
A fare un parziale dei dati in nostro possesso (la metodologia di questo bollettino mensile è quella raccontata in più occasioni, che non pretende valore scientifico, ma si riferisce a quello che le startup hanno comunicato a Startupitalia.eu e Finsmes) nei primi due mesi del 2016 si sono investiti in startup in Italia 19,9 milioni. Che si potrebbero arrotondare a 20 considerando piccole operazioni di business angels.
Il round di investimento più grosso l’ha chiuso Instapartners, azienda che ha sviluppato una piattaforma di p2p lending tra aziende per aggirare le difficoltà dei prestiti bancari. 8 milioni di euro, questa la cifra, non da investitori istituzionali ma da privati. Interessanti anche altre due operazioni, che raccontano di round di investimento più corposi rispetto a quello a cui ci aveva abituati il 2015. Tensive, startup vincitrice del premio Marzotto 2014, ha raccolto 1,4 milioni e Armadio Verde 1,3.
E’ questa la differenza più grossa tra i dati dello scorso anno e quelli di quest’anno, che giustificano un parziale di 20milioni circa contro 1,6 milioni dello scorso anno. Si sono registrati finora più round milionari, dal milione in su. Senza contare il round da 100 milioni di un’azienda strutturata come Somacis. Si tratta di un’operazione private equity. E 100 milioni sono davvero tanti, messi da una società di gestione del risparmio come Quadrivio.
Altre cose notevoli della timeline di febbraio
1. JustEat si prende Pizzabo, e arriva la prima exit del 2016
Febbraio è cominciato con un’operazione che ha fatto parecchio discutere: Rocket Internet dopo aver comprato giusto un anno fa Pizzabo per 51 milioni la rivende per una decina in meno a JustEat, il suo principale competitor nel mercato europeo. Unica ragione possibile l’abbiamo trovata nei valori di borsa del colosso tedesco, che ci ha guadagnato tanto, per poi rimetterci altrettanto.
2. Il Fatto Quotidiano si compra un pezzo di Foodscovery, e apre un’era per l’editoria online
Altro fatto degno di nota di questo febbraio. Un’operazione di open innovatione che è servita a valorizzare il pubblico lettori di una delle testate più seguite online. Un’operazione che ha coinvolto Digital Magics, e che abbiamo raccontato come una nuova era per l’editoria, che può valorizzare i propri numeri vendendo direttamente prodotti. Nessuno scandalo, lo fanno anche altre testate. In Italia Rcs e Banzai, negli Usa da Bezos a Vox.com la fila è lunghissima.
3. La prima exit del 2016, nel settore che meno ci si aspetterebbe
HarperCollins Italia, ha acquistato 20lines il 22 febbraio, una delle più importanti community a livello mondiale che permette agli utenti di condividere e leggere testi brevi. La cifra non è stata rivelata. Nata a fine 2012 dalle idee di Alessandro Biggi, Pietro Pollichieni, Marco Pugliese e Francesco Scalambrino, 20lines oggi conta più di 220.000 utenti registrati, oltre a 15.000 nuove storie pubblicate ogni mese.
Se sul piano del venture qualcosa in più rispetto ad un anno fa si muove, con qualche round B più interessante (anche se questo non scongiura nessun attore dell’ecosistema dall’incubo del nanismo delle nostre startup) sul piano delle exit c’è ancora poco. L’anno scorso furono due le più rilevanti (Pizzabo e Vislab).
4. I 200 milioni di Unicredit per le startup
Su SmartMoney raccontiamo quotidianamente quanto le banche siano sull’orlo di una profonda trasformazione. Epocale. Il fatto che un colosso come Unicredit decida di investire 200 milioni nel futuro del proprio business puntando sul fintech è un’operazione destinata a far parlare di sé.
5. I 100 milioni della Regione Lazio, gli 80 della Lombardia
In occasione della Startup Europe Week ci sono state due notizie dagli ecosistemi regionali. Il Lazio ha annunciato 100 milioni in operazioni di venture attraverso Lazio Innova. E si candida a diventare una delle regioni più attive in Italia sul lato venture. 80 invece i milioni della Lombardia, che a differenza di quelli del Lazio non sono per investimenti in startup, ma in bandi e agevolazioni. Si è fatta avanti con l’operazione del Lazio una vecchia ipotesi sostenuta da diversi operatori del settore. Cosa succederebbe se ogni regione attivasse un fondo per gli investimenti in startup tramite le proprie finanziarie? La risposta è nel moltiplicare 100 milioni per 22.