Si chiama Hesop il sistema, già testato, che “ricicla” l’energia che andrebbe dispersa nella frenata, per alimentare treni e stazioni metro. Una tecnologia che potrebbe far risparmiare fino a 6 milioni di sterline l’anno, da reinvestire nel miglioramento dei trasporti.
La metropolitana di Londra è una vera icona simbolo della capitale inglese, oltre ad essere la più antica rete metropolitana del mondo. A dispetto dell’anagrafe però, è proprio in quei tunnel che si sta disegnando il futuro del trasporto pubblico a livello europeo. Da qualche tempo infatti, i sudditi di sua maestà sono impegnati a testare un innovativo sistema che permette di recuperare l’energia “sprecata” dalle vetture durante le frenate, utilizzandola per alimentare treni e stazioni metro. Il suo nome è Hesop ed è stato progettato della società francese Alstom, leader mondiale nel settore ferroviario e promotore di servizi di mobilità sostenibile. Che lo presenta così:
Grazie a questa nuova tecnologia, la metropolitana di Londra punta a diventare più efficiente dal punto di vista energetico. In questo modo, si potranno ottenere anche benefici per l‘ambiente, nonché per le finanze della Transport for London, l’ente che gestisce i trasporti pubblici della città.
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Una piccola centrale su rotaia
«Hesop consente il recupero di oltre 99% dell’energia disponibile generata durante la frenata», fanno sapere dalla Alstom, «riducendo il consumo energetico, la dissipazione di calore e le emissioni di CO2». In sostanza, questo sistema permette ad un veicolo di recuperare l’energia generata dalla frenata di un altro mezzo in movimento sulla stessa linea.
Il resto dell’elettricità viene convogliata alla rete pubblica, con un risparmio totale di circa il 15%.
L’energia recuperata potrà così alimentare gli altri impianti della stazione, come quello di illuminazione, scale mobili, ascensori e sistema di ventilazione. «Il treno diventa così una sorta di piccola centrale», spiega Christopher Tong, dirigente dello sviluppo della Transport for London. «L’energia prodotta, convertita in alta tensione e immessa nella linea di alimentazione, contribuirà anche a far viaggiare altri convogli».
Risparmio energetico e di denaro
Per catturare l’energia generata dalla frenata, si sfrutta il sistema del cosiddetto “freno rigenerativo”. «È una versione più grande del recupero di energia in frenata delle auto elettriche e si basa sul fatto che un motore elettrico può funzionare anche come generatore», sottolinea lo stesso Tong. Ecco che, il calore prodotto durante il rallentamento del veicolo – energia che generalmente si dissipa nell’aria – viene catturato e immesso nuovamente nella rete sotto forma di energia elettrica.
Ad oggi inoltre, il calore prodotto dalla frenata dei treni che resta intrappolato nelle gallerie, necessita di sistemi di condizionamento che lo portino all’esterno. Grazie al sistema Hesop invece, si riduce il calore e così anche la necessità di aria condizionata, consentendo un risparmio energetico notevole.
La stessa Transport for London ha stimato che questa nuova tecnologia potrebbe far risparmiare alle casse dell’ente fino a 6 milioni di sterline l’anno.
Un “tesoretto” da reinvestire nel miglioramento del servizio di trasporto pubblico.
Per un futuro su rotaia
Entro il 2050 la popolazione mondiale sarà composta da oltre 9 miliardi di persone, secondo stime delle Nazioni Unite. Il 70% delle quali vivrà in aree urbane. È chiaro dunque come la sfida del futuro si giochi soprattutto nelle città, dove si concentrerà gran parte dell’umanità (e dei consumi energetici). Anche per questo, la Commissione europea ha finanziato la Alstom per il progetto di ricerca e sviluppo che ha visto l’azienda francese estendere il suo sistema di recupero di energia su varie linee cittadine.
Il finanziamento – facente parte del programma LIFE+ – ha visto l’installazione del sistema Hesop da 1500 Volt su metri e treni suburbani di diverse città europee, come Parigi e Milano. Ed ora come detto, Londra, dove il sistema è stato installato nella stazione di Cloudesley Road con risultati ottimi.
Ogni settimana infatti, la nuova tecnologia ha prodotto energia sufficiente per alimentare una stazione grande come quella di Oxford Circus per oltre due giorni a settimana. Un ottimo segnale in vista di un futuro nel quale i trasporti pubblici siano sempre meno dipendenti da fonti energetiche di origine fossile, per evitare impatti a lungo termine su ambiente, salute e clima. «La rotaia è una delle modalità di trasporto energeticamente più efficiente e meno inquinante», continuano a ripetere alla Alstom «Il suo contributo sarà fondamentale nei prossimi anni per affrancare i viaggiatori dal trasporto su strada».
Antonio Carnevale