Andrea Campana di Beintoo, Giuseppe Giordano di Enerbrain, Federico De Cerchio di WineOwine e Michele Di Mauro di Wiman hanno descritto a StartupItalia! l’evento romano. Per tutti è stata un’occasione di confronto e di networking internazionale di alto livello
La location, Roma, è di quelle che non deludono mai. Le protagoniste, 26 startup, sono state scelte con cura dagli organizzatori. I partecipanti, gli investitori, sono arrivati da diversi paesi a sentire le presentazioni delle aziende. Sono questi i punti forti dell’Italian Tech Tour che si è chiuso il 12 settembre nella capitale. Abbiamo raccolto le voci chi ci è stato e lì ha presentato la sua idea imprenditoriale per cercare investimenti, partner e confronto con i colleghi dell’ecosistema italiano.
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Alla ricerca di partner per crescere
La presenza di venture capitalist e investitori di altro genere è stata abbastanza consistente e ha accontentato un po’ tutti. «C’erano soprattutto italiani, ma abbiamo avuto modo di sentire alcuni speaker internazionali ed entrare in contatto con fondi venuti da Londra, Spagna e Francia», dice a StartupItalia! Andrea Campana, ceo di Beintoo. La sua azienda, che si occupa di mobile advertising, in questa fase cerca soprattutto partner che la supportino nella crescita internazionale, sullo sviluppo della tecnologia e sulla raccolta di dati: «Il Tech Tour è finalizzato al fundraising, ma con un fatturato che quest’anno raggiungerà i 9 milioni e un ebitda che ci consente di finanziarci, siamo andati a Roma manifestando il nostro bisogno di partner più che di soldi», aggiunge Campana.
La risposta da parte degli investitori nei loro confronti è stata comunque positiva anche perché sono riusciti a creare dei contatti con chi potenzialmente potrebbe supportarli nella crescita internazionale, soprattutto in paesi come Francia, Spagna e Italia. «La cosa bella di Tech Tour è che mette insieme aziende che usano la tecnologia anche se in settori diversi. Abbiamo avuto modo di conoscere progetti simili al nostro, ma anche prodotti completamente differenti come dispositivi per la realtà aumentata o processi per riciclare la plastica. E siamo riusciti anche a porre le basi di una futura collaborazione commerciale con startup che lavorano nella nostra stessa industry», racconta il ceo di Beintoo che poi conclude: «Se si vuole fare uno sforzo per migliorare ulteriormente l’evento, bisognerebbe cercare di renderlo ancora più internazionale».
Sessioni di tutoring per presentare i progetti
Per Enerbrain quella del 2017 è la seconda partecipazione al Tech Tour. Giuseppe Giordano, ceo della società che sviluppa soluzioni per migliorare l’efficienza energetica degli edifici, è convinto che l’Italian Tech Tour sia uno degli eventi più interessanti organizzati in Italia: «Abbiamo meno bisogno di investitori rispetto a un anno fa, ma abbiamo partecipato per vedere se ci sono delle opportunità. E la cosa importante è che c’era un buon numero di investitori, in un rapporto di quasi uno a uno con le aziende», dice il ceo. L’Italian Tech Tour è un’opportunità di incontro tra domanda e offerta e anche di apprendimento per quanto riguarda le modalità più corrette di presentare il proprio progetto agli investitori: «L’organizzazione mette a disposizione dei tutor che tengono delle sessioni di training su come elaborare la presentazione. Un’occasione sicuramente molto utile per chi è abituato a parlare solo con i clienti e meno spesso con gli investitori», dice ancora Giordano.
«Puntare sugli angel investors»
Seconda partecipazione all’Italian Tech Tour anche per WineOwine, l’enoteca per la vendita di vini online. «Sia l’anno scorso che quest’anno abbiamo avuto dei risultati molto positivi perché è un evento che ti mette in contatto con investitori sia italiani che internazionali. È una bellissima occasione di esposizione anche perché ci ha consentito di dialogare con i principali fondi di investimento», racconta Federico De Cerchio, ceo e co-founder della società. Bisognerà aspettare qualche mese per capire se i contatti stabiliti a Roma dall’azienda saranno sviluppati come è successo nel 2016. Il Tech Tour è stata anche un’occasione di dialogo con le altre startup presenti: «Abbiamo incontrato startup che si occupano di sviluppare servizi per l’e-commerce e di cui noi potremmo diventare clienti», spiega De Cerchio. Pensando a qualcosa da poter migliorare di un evento la cui organizzazione viene comunque considerata perfetta, De Cerchio si sofferma sulla presenza di angel investor: «Al di là dei fondi, sono loro quelli più disposti a scommettere sulle startup, quindi aumentarne il numero in queste occasioni può essere positivo per le aziende che si presentano e che sono alla ricerca di contatti internazionali», conclude il ceo.
L’importanza dell’internazionalizzazione
Il respiro internazionale di eventi come questo è il punto principale da potenziare anche secondo Michele Di Mauro di Wiman, startup che ha sviluppato un sistema per individuare le reti wi-fi pubbliche. «I nostri utenti sono solo per il 5 per cento italiani. Il nostro non essere limitati all’Italia ha contato molto per la nostra partecipazione al Tech Tour. Il problema di un ecosistema italiano troppo autoriferito è venuto fuori più volte durante i due giorni della manifestazione come un fardello di cui liberarsi», dice. Dal punto di vista della visibilità il Tech Tour viene valutato positivamente: «In questi due giorni abbiamo ottenuto dei contatti importanti che speriamo diano risultati al più presto», aggiunge Michele di Mauro. Per quanto riguarda il dialogo con le altre startup presenti a Roma, il co-founder di Wiman è soddisfatto: «Nonostante le difficoltà che spesso si incontrano nel trovare affinità, siamo riusciti ad avviare un confronto con due o tre startup con le quali ci sono le basi per poter collaborare», conclude Di Mauro.