Adesso il colosso americano di semiconduttori dovrà pagare al produttore di chip israeliano una commissione di risoluzione pari a 353 milioni di dollari
Alla base dell’interruzione dell’accordo da 5,4 miliardi di dollari tra Intel e l’israeliana Tower Semiconductor ci sarebbero una serie di ostacoli normativi, secondo quanto si apprende dal media Reuters. Il gigante americano dei semiconduttori non avrebbe ottenuto in tempo le approvazioni regolamentari necessarie per l’acquisizione del produttore israeliano di chip richieste nell’accordo del 15 febbraio dello scorso anno.
Leggi anche: Chip e intelligenza artificiale. Cosa aspettarsi in futuro? I progetti di Intel
Cosa succede ora
Adesso Intel dovrà pagare a Tower Semiconductor una commissione di risoluzione pari a 353 milioni di dollari. L’acquisto da 5,4 miliardi di dollari della società israeliana faceva parte del piano del CEO di Intel, Pat Gelsinger, per entrare nell’industria dei semiconduttori, mercato in rapidissima crescita attualmente dominato da TSMC. Intel non ha specificato quali siano le approvazioni normative in questione che non sono arrivate e le azioni della società israeliana sono scese di circa il 9% negli Stati Uniti e a Tel Aviv. A giugno, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, aveva annunciato l’investimento più cospicuo sino ad allora mai aggiudicatosi da Israele: 25 miliardi di dollari, da parte di Intel, per costruire un impianto di produzione di semiconduttori. La struttura dovrebbe essere inaugurata nel 2027 per operare fino al 2035 ma, allo stesso tempo, la domanda di chip di Intel si è raffreddata dopo due anni di costante crescita, portando il produttore di chip a ricorrere a una serie di tagli. Secondo quanto si apprende da Reuters, l’obiettivo sarebbe quello di risparmiare tra gli 8 e i 10 miliardi di dollari entro la fine del 2025.